2013-12-10

Lavoro

Lavoro, lavoro, lavoro, anche a scuola non si sente altra parola. Anzi, ricerca di un lavoro è l'espressione più usata. Pare che i giapponesi all'università non facciano altro.


Comunque questa è stata la mia mise di ieri, quando sono a andata per la prima volta a vedere come funziona in questo paese la maledetta 就職活動, la ricerca di un lavoro. Ho imparato anche come funzionano i curricula.
La riunione alla quale ho partecipato era pensata apposta per gli studenti stranieri laureati o in vista della laurea, e prevedeva la partecipazione di tre aziende diverse. Ogni azienda si è presentata, poi in gruppi abbiamo potuto liberamente fare domande ai rappresentanti di ciascuna ditta. Alla fine ci hanno offerto un buffet.
Fino a ieri non avevo proprio la più pallida idea di cosa significasse entrare in azienda in questo paese, ma piano piano forse sto cominciando a capire. Quando tu presenti il curriculum, non fai domanda per un posto di lavoro specifico, ma per la ditta. Entri facendo un certo tipo di lavoro, e poi piano piano ti costruisci la tua carriera negli anni, potendo scegliere in seguito in cosa ti vuoi specializzare. Ad esempio: ieri era presente una ditta che gestisce ristoranti ed alberghi. Entrando a lavorare da loro, il primo anno ti mettono a fare il cameriere, o il portiere in un albergo. Andando avanti, puoi chiedere di diventare cuoco, o di gestire un locale, o di organizzare matrimoni, o di fare contabilità.
È un modello interessante di crescita all'interno di una azienda. Continuo a non avere la più pallida idea di come funzioni in pratica, e se potrebbe fare al caso mio, ma meglio tenersi aperte più strade possibili. 



Dopo la riunione sono andata al mini colloquio per lavorare in un ristorante italiano nei pressi del centro commerciale Isetan, un edificio che io trovo bellissimo.
Per fortuna è andato bene, ho portato tutti i documenti, adesso devo solo aspettare che mi fissino un giorno di prova. Ancora dunque non c'è niente di deciso, ma è il posto dovo mi è andata meglio finora e non perdo le speranze. 
Il ristorante mi piace comunque tantissimo: quando entrano i clienti tutti in coro salutano con "Buonasera!". Sembra di stare in un drama. 



Tornata a casa ho trovato la ghirlanda di Natale sulla porta. Il mio cuore un po' si è aperto e un po' si è chiuso. Non pensavo che potesse essere così difficile, tutto. Non avevo nemmeno la più pallida idea che il Natale potesse significare così tanto per me. Ma forse è solo perché sono stanca e un po' triste. 
Comunque, fortunatamente so che c'è chi mi pensa e poi io faccio sempre il tifo per me.

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