2013-09-27

Cellulare

Oggi ho comprato il cellulare, finalmente! Visto che serve per fare qualsiasi cosa, anche il conto in banca, o comprare i biglietti per il teatro, sono davvero contenta. In fondo al post metterò una foto.
Stamani sono andata a provare un altro po' di corsi, e domani dovrei essere in grado di decidere cosa fare del mio orario settimanale. Alla seconda ora non avevo prianificato niente quindi sono andata un po' in giro, cercando i percorsi più veloci da un campus all'altro. Ci sono un sacco di palazzi interessanti nei dintorni della scuola.


Sono anche andata al santuario che avevo visto l'altro giorno, che è veramente grande, e al tempio, che è in realtà un grande cimitero. Il santuario deve essere stato ricostruito di recente: quando la mia amica si è avvicinata alla vasca per le abluzioni, dispiacendosi che fosse vuota, il getto d'acqua è partito in automatico! Sono cose che non ti aspetti, nemmeno in questo paese.








Oggi ho fotografato anche la mensa scolastica, perché la trovo bellissima.


Nel pomeriggio ho frequentato un'altra lezione e poi ho finalmente recuperato il mio telefono prima di andare a casa.


Nella foto c'è il mio cellulare nuovo, quello bianco, ma anche quello che ho usato fino ad ora, che mi aveva prestato la famiglia (chiamato anche "cellulare di Barbie" visto che sembra più un giocattolo che un telefono vero...). Quelle con il gatto sono le mie chiavi di casa, e le due caramelle sono state un regalo che ho ricevuto oggi e che ho voluto fotografare. Ci sono tante piccole cose che non voglio dimenticare di questo paese, tante memorie che voglio che restino per sempre nella mia mente. Per questo scrivo questo blog.
Per non dimenticarmi che stasera ho visto un programma che parlava di Fatima e dei Massoni e poi delle censure italiane di Dragonball; che in questo paese devi portarti sempre dietro l'asciugamano (anche se nessuno qua ha idea di quale sia la risposta alla domanda fondamentale); che oggi ho trovato il mio nome sulla cassetta della posta di casa.
Le caramelle me le ha date una vecchietta proprietaria di uno dei tanti negozi di libri usati sulla strada che porta dalla stazione all'Università. Visto che aveva tantissime riviste molto vecchie, tornando a casa mi sono fermata a chiederle se per caso vendesse qualcuna delle riviste per ragazze di cui ho parlato nella tesi, come Shoujo no Tomo. Non le aveva, ma mi ha fatto un sacco di feste perché lei le leggeva da piccola. Mi ha chiesto se fossi un'insegnante di Waseda...e poi mi ha dato le caramelle che aveva in tasca.
Ah ecco, in TV è comparso Jean Reno vestito da Doraemon. Vado a letto, troppe emozioni per oggi. http://electroshadow.com/wp-content/uploads/2012/01/JeanReno-Doraemon.jpg

2013-09-26

Vita Scolastica

Oggi è stato il primo vero giorno di corsi (anche se la prima settimana sono solo lezioni di prova) ma ho passato a scuola gli ultimi tre giorni, per finire gli ultimi orientamenti e ricevere la mia tessera di riconoscimento.
Martedì è stata la giornata forse più destabilizzante perché è venuto fuori un problema dopo l'altro: per prima cosa non mi è arrivato il cellulare perché l'ho chiesto bianco, e nonostante io ne possieda già uno non mi vendono la SIM senza il telefono, quindi dovrò aspettare almeno fino a domani. Quanto sono lenti i giapponesi per certe cose...tutto deve essere fatto per bene, quindi anche compilare un modulo diventa la storia infinita.
Poi mi sono fatta prendere dal panico a causa dei moduli da compilare per la tessera studentesca, e ho passato un pomeriggio un po' agitato. Però ho pranzato in un buon posto, che ha il bonus di avere un cameriere carino che mi ha fatto i complimenti per gli occhi. Mi sembra una buona politica aziendale fare i complimenti alle clienti, mi sa che ci tornerò.


La sera sono riuscita a mettermi in contatto con una ragazza del club studentesco di fan del teatroTakarazuka nel quale volevo entrare, e quindi ieri sono andata a prensentarmi. Prima però ho comprato l'abbonamento del treno e ho partecipato all'orientamento per il conto in banca, un po' inutile se non hai un reddito in Giappone visto che per sei mesi è congelato e non ti possono versare niente dall'estero. Aspetterò a farlo quando avrò un numero di telefono.
In realtà ieri pomeriggio volevo andare a vedere il famoso festival dei fiori, ma è venuto giù il diluvio quindi ho rinunciato, e mi sono diretta verso il campus dove si trova l'edificio con le stanze dei club scolastici. Mentre andavo in là ho trovato un tempio e un santuario che promettono molto bene, appena il tempo si rimette penso che andrò a vederli.


La ragazza mi aveva detto che ieri il club si sarebbe riunito per discutere degli articoli da pubblicare nel prossimo numero della loro rivista "Yume no Hanataba" (che significa "Bouquet di Sogni" e che si trova anche al Takarazuka An). Verso mezzogiorno e mezzo ho bussato alla porta e sono entrata in una stanza come ne avevo viste solo negli anime: lunga e stretta con la finestra in fondo, gli scaffali alle pareti, al centro un tavolo con due panche ai lati e sotto la finestra una scrivania con un televisore e un lettore VHS/DVD. Non mi sono stupita di vedere poster autografati e foto alle pareti, ma mi sono un po' stupita di vedere un ragazzo.
Sono stati tutti molto carini (mi hanno anche dato l'ultimo numero della rivista come regalo di benvenuto), anche se per me ogni tanto è difficile seguire le discussioni. Quando sono arrivata stavano tutti scrivendo dei biglietti, e mentre pranzavamo con le cose comprate al conbini del secondo piano hanno messo su un DVD ("Misty Station", tanto per vedere qualcosa che non ho mai visto...), e le senpai (le ragazze più grandi) del gruppo si sono messe a leggere i bigliettini, su cui ognuno aveva scritto le proprio impressioni su alcune scene dello spettacolo. Immagino che sia un esercizio utile anche per la scrittura degli articoli, infatti le responsabili davano consigli su come commentare correttamente.
Per la prima volta mi sono imbattuta di persona nel famigerato sistema gerarchico senpai-kohai (ragazzi più grandi/ragazzi più piccoli). Si vede subito chi è che comanda. Le ragazze del primo anno si sono tenute in rispettoso silenzio mentre quelle più grandi discutevano degli articoli (il ragazzo anche se è del quarto anno è stato sempre zitto, probabilmente intimorito). In realtà le ragazze grandi sono state molto carine, hanno chiesto a tutti cosa pensassero, e hanno invitato persino me a proporre argomenti di cui parlare nella rivista (le proposte più belle sono state: "quando le otoko si vestono da musume" "tutti i tipi di frangia" "tutti i tipi di occhiolino" "speciale sulla rivoluzione francese"). Nonostante questo ho capito subito le età anche senza che mi venissero dette. Io non so esattamente come inserirmi in questa piramide. Sono l'ultima arrivata ma sono anche la più grande di età, perché i ragazzi più grandi hanno 22 anni. Come al solito sfrutterò il mio essere straniera e passerò un po' sopra alle formalità. Dopotutto, sono la più anziana no? Farò un po' di nonnismo.
Comunque a parte le riunioni per la rivista e gli incontri per vedere DVD pare che i membri si incontrino per mangiare e bere tutti insieme e per andare a teatro in compagnia, quindi non vedo l'ora di sapere cosa faremo la prossima volta. Ieri li ho lasciati prima che si mettessero a vedere "Tarantella", ma dovevo tornare a casa abbastanza presto.
In realtà anche la mia serata alla fine è stata alll'insegna del Takarazuka, perché siamo capitati per caso su un programma televisivo a cui partecipavano delle ex-attrici, ed è stato divertente "istruire" la famiglia. Erano tutti molto interessati e soprattutto divertiti dalla mia vasta conoscenza dell'argomento.


Prima di cominciare a parlare delle lezioni di oggi vi mostro questa foto della nostra biblioteca, che sembra la versione moderna di Hogwarts. Dentro è bellissima: sono 4 piani più un piano interrato, e contiene libri, riviste, DVD, CD...proprio come una vera biblioteca! Scusate, ho in mente gli scenari inquietanti dell'Unifi...
Dentro c'è una bellissima scalinata, oltretutto, che sembra quella della Bella e la Bestia. La mia università in effetti è tutta piena di scalinate, che felicità <3
Insomma, stamani le lezioni cominciavano alle 9 quindi sono uscita di casa alle 8 e ho visto che è il tempo giusto per fare le cose senza correre troppo.
Sono andata a provare il quinto livello di giapponese ma sono ancora molto indecisa su cosa fare. Capisco bene l'insegnante e credo di potermela cavare, nonostante l'enorme quantità di lavoro. Abbiamo fatto un test per valutare il nostro livello e il mio punteggio ha dato il risultato "se ti impegni a fondo puoi seguire il livello 5". Non so che fare però, ho paura di non riuscire a reggerlo. Sabato andrò a vedere il quarto livello e lo abbandonerò solo se si rivelerà davvero troppo facile.
Mi dispiace seguire il livello 5 anche perché le lezioni mi coincidono con quelle di musica giapponese, corso che ho provato sempre oggi e in cui si studiano le canzoni per bambini, le ninne nanne e le filastrocche. Mi piace tantissimo!
Fra le altre oggi ho provato lezione di keigo (le forme più cortesi dei verbi e delle frasi) e di parole straniere prestate al giapponese. Mi sembra tutto interessante ma finché non decido il livello non posso farmi l'orario.
Insieme ai corsi oggi abbiamo provato anche la mensa, che oltre a servire pasti più che accettabili si trova in un locale molto bello con una parete a vetri che dà su un giardino. All'uscita della mensa siamo state fermate da una ragazza della TV Asahi che ci ha chiesto se avevamo voglia di aprtecipare ad un programma televisivo in cui dovevamo dare voti ai ragazzi. Io ho anche dato disponibilità, ma pare che non se ne faccia più nulla...peccato. Ma non importa, verrà il mio momento anche per entrare nella TV giapponese, non temete.

2013-09-23

Manjushage

Visto che vado a letto tardi e mi sveglio presto per parlare con la famiglia e gli amici in Italia ho tantissimo sonno adesso, ma visto che sono le dieci e mezzo ancora sarà il caso che resista. Ma qui fa buio talmente presto...e si cena alle sei e mezzo...
Finalmente ho chiamato un post con uno dei nomi dei fiori della raccolta "Hanamonogatari".
Adesso che è ufficialmente arrivato l'autunno ho visto molti di questi fiori in giro (le famose AMARILLIDI che dovrebbero ricordare qualcosa a quelli che hanno presenziato alla mia tesi), e vicino a casa si terrà anche un matsuri a loro dedicato, a cui pensavo di andare in settimana.


Negli ultimi giorni sono andata all'Università per dare un'occhiata ai club universitari, ma non sono riuscita a trovare quello che cercavo, anche perché pare che in alcuni club gli stranieri siano i benvenuti mentre altri non li accettano. In compenso potrei essere interessata al coro universitario o al club di musica.
Ora metto una foto solo per fare del sano campanilismo. Ma che bella università frequento.


Oggi che ero libera, invece, sono andata in giro per Harajuku e Omotesando con la figlia della famiglia. Mi ero quasi dimenticata di cosa si prova ad essere immersi in quella folla multicolore di ragazzini, vestiti con jeans o camicia, o come nel 1800, o come negli anni '90, o come alberi di Natale. Mi piace questo aspetto del Giappone, e soprattutto delle metropoli come Tokyo: di sicuro nessuno ti guarderà male per come sei vestito perché è normale che ognuno si vesta come vuole.


Girovagando per i negozi ne ho ritrovato uno che mi aveva colpito anche 4 anni fa, la Boutique Takenoko, dove ho trovato anche un vestito da pavone che mi metteri volentieri nella vita di tutti i giorni per andare a fare la spesa.
Per non dimenticarci mai che qui il presente convive con il passato siamo andate anche al Meiji Jingu, il santuario che si trova nei pressi della stazione di Harajuku, e abbiamo persino incrociato un matrimonio tradizionale.


Siamo tornate a casa dopo un altro breve giro per negozi improbabili fra cui KIDDY LAND (un enorme negozio di giocattoli) e una fermata in sala giochi per farci qualche foto alle purikura, le macchinette automatiche dove puoi decorare le tue foto (e che ti ingrandiscono talmente tanto gli occhi che sembri un alieno: un alieno carino però). Vi lascio con questa foto di tre Mario e un Luigi che giocavano in sala giochi. Sarebbe ragionevole pensare che sia stata una mossa pubblicitaria, ma non mi sbilancio, in questo paese non si sa mai.


2013-09-22

Pizza VS Shabushabu

Ovvero cena di ieri mangiata in compagnia delle ragazze italiane VS cena di oggi mangiata con la famiglia giapponese



Adoro non dover scegliere.

2013-09-20

Ganbattamento universitario

Fra ieri e oggi non sono riuscita a pensare ad altro che all'università: da una parte credo che sia un bene visto che sono qui per questo, dall'altra un po' mi dispiace perché la faccenda è talmente complicata che mi sta già passando la voglia di frequentare. Anzi, ho proprio voglia di studiare, ma vorrei che qualcuno pensasse all'iscrizione al posto mio, è possibile?
Ieri mattina mi sono alzata con calma (yukkuri) e mi sono incontrata con le altre due ragazze per pranzo. Finalmente, dopo tanto tempo, sono tornata al mio amato Sukiya, la catena di ristoranti di donburi economicissime. Che ricordi, metà dei miei sei mesi a Kyoto devo averli passati dentro un Sukiya.
Ho preso la mia solita ciotola di riso con cipollina, alghe, pollo, maionese chimica e uovo crudo (devi aprire l'uovo, separare la chiara e poi mettere il tuorlo sopra la carne).


Qua a Tokyo però devi ordinare alla macchina automatica: peccato, mi piaceva suonare il campanello per chiamare i camerieri.
Dopo mangiato siamo andate all'orientamento accademico che consisteva in una stanza con i libri di testo da sfogliare. Sono indecisa, non riesco a capire quale sia il giusto livello di giapponese a cui posso iscrivermi; i libri di testo mi sembrano facili, ma visto che devo frequentare altre sette lezioni oltre al giapponese di base non vorrei esagerare e rischiare di passare tutta la settimana a studiare senza risultati, o peggio, bocciare qualche lezione e essere rimpatriata.
Il pomeriggio l'abbiamo passato sempre a ponderare sull'orario, anche se fra una pensata e l'altra abbiamo incontrato un'amica giapponese e siamo andate a ritirare l'inkan. Averlo mi rende molto felice! Mi emoziona sapere che ci posso firmare i documenti.


La giornata purtroppo si è conclusa con il party di benvenuto per gli studenti stranieri. Non sono a priori contraria alle feste però trovo imbarazzanti queste riunioni forzate: alla fine la maggior parte degli studenti rintraccia gli altri compatrioti e basta, come è capitato a noi con gli altri italiani. Oltretutto socializzare con gli altri stranieri mi è sembrato addirittura più difficile che socializzare con i giapponesi.
Non sono capace di fare amicizia in questo modo. Quando comincerò a frequentare sarà un'altra cosa, fino a che devo confrontarmi con una decina di persone alla volta posso farcela. In una sala con altre duecento persone invece...mi ricordo che alla Gaidai almeno ci avevano portato al ristorante e quindi eravamo seduti a tavola, cominciare una discussione non era stato tanto problematico.
I cibo era buono però, e i ragazzi del club hanno ballato una danza tradizionale e un pezzo delle AKB48. Ovviamente c'era solo una ragazza: gli altri erano ragazzi, e tutti in gonna. Ho già detto che adoro i giapponesi?
Sulla strada del ritorno ho comprato una pianta di basilico per cucinare, chissà che qui in Giappone non riesca a tenere viva la mia prima piantina.


Anche stamani l'ho presa con calma anche perché oggi era l'ultimo giorno utile per iscriversi ai corsi universitari, quindi in tutta la mattinata ho deciso la prima bozza di orario e mi sono registrata su internet. All'ora di pranzo non c'era nessuno in casa, quindi ho fatto il mio primo tentativo di cucina completamente sola, cioè ho presso un avocado dal frigo e l'ho condito, poi ho riscaldato in microonde quattro pezzetti di tori karaage.


Nel pomeriggio come ormai mio solito ho preso la bicicletta e sono andata a fare un giro nei dintorni. Sono arrivata a Kichijoji e sono andata allo Yodobashi, il negozio di elettronica, perché sto cercando di far funzionare a dovere i miei aggeggi italiani sulla corrente a 100 V (ovviamente non sto avendo successo).
Nel complesso è stata una giornata tranquilla, ne avevo bisogno, anche se mi dispiace quando sto a casa perché mi sembra di perdere tempo. Non ne ho così tanto...

2013-09-19

Vita da gaijin

Vabbè dai, ancora non mi ero fatta notare, dovevo rimediare ieri. Ma andiamo con ordine.
Ieri pomeriggio dovo andare a vedere uno spettacolo di Kabuki, quindi la mattina sono uscita per fare un giretto turistico restando nei dintorni. Dopo aver vagato in bici vicino a casa sono passata all'ufficio della madre di famiglia perché i suoi colleghi volevano conoscermi. Ieri mi sentivo stranamente in pace con la mia faccia, ho osato mettermi pure uno dei cappelli che mi sono stati regalati per proteggermi dal sole, che batteva forte (anche se il tifone deve aver spazzato via l'umido, si sta bene in questi giorni). Ho salutato i colleghi, in una profusione di complimenti e yoroshiku, e sono andata al santuario Igusa Hachiman.


È un posto meraviglioso. Attraverso la grande porta (tori) si entra in un bosco, prima di arrivare al vero e proprio santuario. È un'oasi di pace completamente avulsa da quello che c'è intorno. 



Mi piace molto osservare le persone che entrano, si sciaquano le mani e la bocca, poi si avvicinano al sancta sanctorum. Una volta gettata una moneta congiungono le mani e poi le battono due volte, restando in preghiera. 
Stare in mezzo alla natura mi fa sentire molto più vicina alla "divinità" delle cose, piuttosto che entrare in una chiesa (anche se di solito entrando nelle chiese rimango affascinata dalla grandiosità delle opere che possono creare gli esseri umani). Mi piace l'odore misto di legno e di incenso che si avverte camminando fra questi edifici. 



Per completare il mio rilassante giro ho fatto una passeggiata al parco Zenpukuji, e poi mi sono diretta nuovamente verso casa. Ed ecco che è successo il disastro.
Mi sono fermata ad un piccolissimo passaggio a livello pedonale, e ho notato un bottone con su scritto "Premere forte per favore". Pensando che fosse per segnalare la presenza di pedoni (come succede per gli attraversamenti stradali), come Alice nel Paese delle Meraviglie ho prontamente obbedito, senza giustamente fare caso a cosa ci fosse scritto SOTTO il bottone. 
Sotto il bottone c'era scritto "IN CASO DI EMERGENZA". 
Ho fatto fermare il treno.
Il ragazzo in bicicletta accanto a me fortunatamente è stato carino, mi ha redarguito dicendomi che non avrei dovuto premere il bottone, ma poi ha parlato con il conducente del treno spiegandogli "scusi, la gaijin-san si è sbagliata", e poi mi ha rassicurato dicendo che era tutto a posto. Volevo sotterrarmi.
Ho cominciato ad immaginarmi le madri di Kamishakujii che mi indicavano ai figli sbeffeggiandomi, e tutti quelli che erano sul treno in quel momento a cui ho fatto fare ritardo che venivano a picchiarmi. Che infamia. È anche facile individuarmi mentre passo per strada. Mi sono nascosta sotto il cappello sperando che mi scambiassero per un ragazzo.

A parte questo il pomeriggio sono andata a teatro insieme all'altra ragazza italiana, alla madre di famiglia e ad una sua amica. Avendo espresso il vago desiderio di vedere il Kabuki, qua in famiglia mi hanno procurato dei biglietti gratis tramite alcune loro conoscenze. Ripeto, adoro i giapponesi. 




Oltretutto, che biglietti. Anche se li abbiamo avuti gratis, ci hanno dato dei posti del valore di 10.000 yen, un'ottantina di euro. Invece di essere nelle file di sedie, eravamo al lato della platea, sedute sul tatami, con il tavolo e il tè gratis. Visto che il tutto dura 4 ore, una delle consuetudini del kabuki è mangiare il bento nell'intervallo dello spettacolo, quindi ci siamo comprate pure quello, per gustarci proprio l'esperienza completa.




Lo spettacolo è stato stupendo. Il Kabuki è un tipo di teatro adesso considerato colto, ma che è nato come intrattenimento popolare, a differenza del . Nonostante l'oggettiva difficoltà di cogliere tutte le battute, il senso della storia e delle scene era chiaro, quindi ce lo siamo goduto proprio bene. La prima rappresentazione, divisa in due atti, raccontava di un uomo, nato cieco, che da una condizione di estrema povertà, attraverso rapine e omicidi, arriva ad essere ricchissimo. La seconda rappresentazione era danzata, ed era una storia per bambini: raccontava di due ladri che rubano un cavallo. La cosa bellissima era che anche il cavallo ballava! Non vorrei essere stata uno dei due attori all'interno, ma l'effetto era veramente carino.
Le storie erano piene d'azione oltre che di dialoghi, e i costumi e le scenografie contribuivano a migliorare il tutto. Le scenografie soprattutto erano davvero impressionanti: sul palco ad un certo punto è comparsa una casa a due piani, e gli attori potevano muoversi su entrambi e salire comodamente da un piano all'altro con delle scale. Oltretutto, a giudicare da quello che abbiamo visto e dai lunghi tempi di cambio di scena, la maggior parte delle scenografie veniva sistemata a mano, non meccanicamente.
Altra cosa: l'orchestra tradizionale dal vivo, con gli shamisen e gli strumenti a percussione. I musicisti sono rimasti nascosti la maggior parte del tempo, ma nell'ultima rappresentazione erano a vista. È anche incredibile come riuscissero tutti ad andare a tempo senza un direttore: suonavano anche con gli occhi chiusi, probabilmente per ascoltarsi meglio.
E poi, gli onnagata. Come nel teatro shakespeariano gli attori di Kabuki sono tutti uomini (per lo stesso motivo, oltretutto, l'indecenza per una donna di essere attrice...), e quindi alcuni recitano le parti femminili. Sarà perché sono il tipo di persona che si immerge completamente nella finzione scenica (e poi sono abituata alle otokoyaku), ma l'effetto era molto convincente.
Insomma è stata una serata stupenda, coronata da un matcha frappuccino al termine dello spettacolo. Cosa volere di più?

2013-09-18

Scartoffie

Prima di prendere la bici e uscire faccio un brevissimo racconto anche di ieri, visto che è stata una giornata utile. La mattina presto sono andata all'ufficio di quartiere (che in realtà è l'ufficio della municipalità di Nerima. Qua a Tokyo è come se ogni quartiere fosse una città a sé, anche a causa delle dimensioni, e ogni  municipalità ha una gestione diversa, ad esempio sulla questione dei rifiuti ecc. ecc.). L'ufficio non è distante da casa ma per arriverci ho dovuto prendere un autobus e un treno. Ancora non riesco a rendermi conto delle distanze e di come funzionano i mezzi di trasporto. A volte è frustrante. Provo a chiedere info, ma ai tokyesi manco a dirlo fa un sacco di fatica a camminare, a parte nei raccordi delle stazioni della metropolitana, quindi difficilmente mi consigliano la strada più veloce o economica (ad esempio, prendere una metropolitana che attraversa la città invece che la Yamanote che la circumnaviga, oppure evitare i cambi...).
Comunque in poco più di mezz'ora sono arrivata, in mezz'ora ho terminato i documenti e poi sono tornata a casa, questa volta prendendo il treno e poi venendo a piedi verso casa, così ho scoperto strade nuove.
Per pranzo sono tornata dalla mia vicina di casa, la madre della mia amica che vive in Italia. Anche stavolta mi ha cucinato un sacco di cose tutte buonissime, tra cui tante verdure sconosciute. Scusate ma non avevo la macchina fotografica quindi ho usato il cellulare giapponese che ho in prestito.


Alla fine del pasto mi ha offerto un dolcetto di azuki e il tè verde. Che nostalgia di quei mesi a Kyoto...
Siamo rimaste a fare conversazione e dopo mi ha fatto vedere un programma televisivo di viaggi molto carino, con la telecamera ad altezza uomo, come se fosse narrato il prima persona. La puntata si svolgeva a Perugia, e non solo faceva vedere i monumenti storici o la bellezza della natura, ma si occupava anche delle curiosità e della vita quotidiana degli abitanti, ad esempio degli studenti universitari. Verso la fine è arrivato quello che veramente la mia amica voleva mostrarmi: la fiera del fumetto di Perugia! Mi ha detto che visto che è di qualche mese fa si aspettava di vedere anche me in costume.
Dopo pranzo ho raggiunto le altre ragazze a Takadanobaba e siamo andate a comprare un telefono. Alla fine ho desistito dall'idea di prendere uno smartphone perché mi verrebbe a costare troppo e non ne vedo l'utilità ora come ora visto che non lo uso nemmeno in Italia, quindi ho preso un normale prepagato (grazie SoftBank!), evitando di fare abbonamenti. Nel resto del pomeriggio abbiamo girovagato per il campus, siamo tornate al negozio di inkan (ma il nostro sarà pronto solo domani) e abbiamo fatto le fotocopie dei documenti che ci servono per la tessera studentesca. Anche una volta tornata a casa mi sono messa a scrivere la schedule dei prossimi giorni e a visionare di nuovo l'elenco delle lezioni universitarie per cercare di prendere una decisione. Vero è che domani abbiamo un orientamento accademico, ma almeno sono preparata un minimo. Sto cercando di coniugare lezioni interessanti a lezioni utili, e nel frattempo vorrei anche non passare tutto il giorno tutti i giorni all'Università, ma raggruppare le lezioni in modo da avere del tempo libero. Eh, sembra di essere all'Unifi, anche qua tutte le lezioni interessanti si sovrappongono. 
La serata l'abbiamo passata a guardare un contest televisivo di ballo acrobatico/hip hop veramente incredibile. In più ho ricevuto in regalo 6 cappelli appartenuti ad uno dei figli della famiglia che tanto la figlia non mette. I giapponesi sono così, tu dici che ti piacciono i cappelli e loro te ne danno sei. Oltretutto tutti bellissimi. Li adoro.

Ochakai

Vorrei proprio scrivere della giornata di oggi in cui ho fatto un sacco di cose utili tipo registrare il mio indirizzo per non essere più un'immigrata illegale, ordinare un telefono e guardare programmi giapponesi su Perugia Comics and Games, ma c'è gente che aspetta il resoconto di ieri, quindi preparatevi ad un altro post in cui non capirete molto.
Dopo il pranzo, passato guardando le lezioni di italiano in TV, il tifone effettivamente si è placato, quindi il pomeriggio sono uscita per incontrarmi con la mia amica e un'altra ragazza e cercare di capirci qualcosa nelle lezioni universitarie. Sconfitta dall'immenso elenco di lezioni mi sono avviata verso Ginza e sono arrivata una quarto d'ora in anticipo sull'orario.


Sull'invito c'era scritto che l'apertura sarebbe stata alle 18:30 e l'inizio alle 20:00, ma già al mio arrivo la gente si stava accreditando e mettendo in fila (avevamo i posti numerati, perché affrettarsi?). Ho capito presto il perché: all'apertura delle porte alle 18:30 precise sono stata travolta da una valanga di giapponesi che si sono affrettate a complilare un modulo d'ordine per comprare l'oggettistica originale del fan club, foto, spillette, borsine. Ero tentata di prendere qualcosa ma la competizione era troppo forte e sapevo che sarei stata sconfitta. Oltretutto se comincio adesso a comprare in modo indiscriminato finisce che alla fine dell'anno non so più come fare a portare indietro tutto.
Comunque delle fotografie le ho ricevute lo stesso, dalla signora con cui ho fatto amicizia alla demachi l'altro giorno, che mi ha fatto stampare un paio di foto, una di Masao presa dal nuovo Kageki e una di Masao e Chapi durante le prove, come regalo di benvenuto. Sono rimasta senza parole. La mia amica non è stata l'unica con cui ho fatto conversazione: un paio di file davanti a me si sono sedute alcune ragazze cinesi e una ragazza occidentale. Ovviamente le ho notate subito e loro hanno notato me, ma ad un certo punto una delle ragazze cinesi mi ha guardato a lungo, e poi è venuta da me. Abbiamo un'amica in comune e lei mi ha riconosciuto da una fotografia su facebook. Pazzesco.


Diversamente da come avevo visto, la sala non era attrezzata con tavoli tondi, ma con file di sedie. La ragazza cinese mi ha spiegato che è normale che si arrangino così quando i partecipanti sono troppi per entrare nei tavoli. Su ogni sedia c'era un sacchetto con dei biscotti, del tè in bottiglietta (eh, non potevano darcelo in tazza, quindi), dei fogli, una foto di Masao, una busta e una specie di portadocumenti con scritto "R Masaki", come regalo.


Dei tre fogli che c'erano due erano questionari di gradimento mentre nel terzo potevi scrivere due domande, una sullo spettacolo di Lupin e un'altra a piacere, che sarebbero state poi ipoteticamente poste a Masao durante l'intervista. Ammetto, non l'ho riempito né consegnato...mi sento ancora troppo imbranata a scrivere in giapponese e non mi veniva in mente niente di originale da domandare. Però, su consiglio della mia amica giapponese, ho scritto il mio nome e l'indirizzo sulla busta, in modo che il fan club mi possa spedire a casa le fotografie dell'incontro. Se non avessi avuto lei chissà come avrei fatto...
Le sedie si sono presto riempite tutte, e anche stavolta mi sono stupita di quanti uomini ci fossero: alcuni erano chiaramente mariti che accompagnavano le mogli, ma quelli soli? Chissà nel conteggio fan uomini/fan stranieri chi vince. E i fan stranieri uomini?


Finalmente alle 8 hanno abbassato le luci. Eravamo tutti un po' incerti su dove guardare perché nessuno sapeva da dove sarebbe entrata, e mi è preso un colpo quando l'ho vista arrivare dal fondo per il corridoio più vicino a me. Aveva la giacca bianca e nera coi cavallucci marini (questa, nel caso ve la voleste comprare anche voi... http://www.farfetch.com/shopping/women/helmut-lang-sea-horse-print-blazer-item-10377033.aspx). È salita sul palco grande in fondo, quindi ero un po' lontana, ma vedevo bene. Abbiamo brindato con le bottigliette di tè e poi è cominciato.
La prima parte dell'intervista riguardava lo spettacolo di Lupin. Vi elenco le poche cose che ricordo, un po' perché non ho capito tutto, un po' perché non mi viene in mente molto adesso; intanto ha detto che è da un po' di tempo che lei e Magee si stanno conoscendo meglio e vanno sempre più d'accordo. La seconda cosa, che penso sia molto carina, è che Asuka Yuu (ma pare di aver capito fosse lei) ha fatto un cheesecake a Koshino per il suo compleanno <3 ah, poi c'è stata una domanda sulla difficoltà di muoversi e ballare con mantello e col cappotto lungo, ma Masao ha risposto che si è abituata da Romeo e Giulietta, però se potesse scegliere starebbe sempre con la t-shirt.
Il clima degli ochakai, nonostante la quantità di persone, mi sembra molto informale. Non so se ho capito bene, ma credo che sia un incontro organizzato direttamente dal fan club e che quindi non abbia un collegamento diretto con la compagnia. I video di questi incontri esistono ma credo che siano sono a beneficio dei membri e non vengono mandati in onda (ogni tanto si trovano su Internet, però...). Masao comunque sembrava a suo agio e parlava in modo molto rilassato, ovviamente anche in dialetto che sennò capivo troppo ^^ le veniva da ridere quando non sapeva cosa rispondere o quando lei e la ragazza che le faceva le domande non si capivano (il che è successo spesso). Ha tossito un po' di volte quindi ha veramente qualcosa alla gola, poverina.

Dopo poco hanno fatto il primo turno di stretta di mano, per quelli seduti nelle file davanti (sulla musica di Lupin III). Per la seconda parte dell'intervista però, con mia grande gioia, Masao si è spostata su un piccolo podio laterale al centro della sala, quindi proprio vicina a dove ero seduta. Questa parte di intervista riguardava i prossimi spettacoli. Ha parlato un po' del Takarazuka Buyoukai al quale parteciperà per la prima volta: è un po' preoccupata per tutta quella danza giapponese, perché i balletti durano una decina di minuti ciascuno. Poi ha parlato del poster di JIN (è molto felice che le abbiano messo la luna dietro) e poi ha chiesto cosa ne pensassimo delle fotografie di presentazione di Via col Vento. Visto che ovviamente nessuno ha risposto, si è preoccupata! Alla fine ha detto che non si sente tanto a suo agio perché non sa come truccarsi e non capisce bene da che parte vadano infilati i vestiti (con tanto di imitazione di Chapi che la aiuta a capire dove va messo cosa). Pare che si compri e agogni di comprarsi un sacco di cardigan rosa e carini ma poi non li metta mai. Quanto la capisco.
Dopo aver discusso di quanto Todoroki Yuu senta sua la parte di Rhett si è spostata sul palchetto dall'altro lato, sempre restando in piedi per farsi vedere da tutti. Riguardo ai suoi impegni futuri ha accennato anche al Daiundoukai, l'incontro sportivo che si terrà il prossimo Ottobre. Mentre parlava è partita la musica del can-can, e quando ha chiesto il perché, si è sentito l'urlo: "TSUKIGUMI NO RYUU MASAKI DEEESU", il suo dello scorso Daiundoukai, nel gioco delle sedie. Dopo aver fatto uno "IAAAAA" lunghissimo, e con una risata imbarazzatissima, ha commentato che ai tempi era giovane mentre adesso è sicura che Chapi la sconfiggerebbe se gareggiassero.

Poi è venuto il nostro turno per la stretta di mano. Via via che facevano alzare le file mi sentivo sempre più emozionata, quando ho notato che la signora accanto a me si guardava le mani in modo sconsolato. Mi è venuto da ridere, lei se n'è accorta e insieme abbiamo cominciato a sghignazzare, dicendoci "ahah ho le mani tutte sudate" "eh anche io, è che sono nervosa" "anche io! puliamocele sui vestiti". È stata una scena memorabile.
La stretta di mano è stata incredibile. All'irimachi avevo visto Masao da vicino ma aveva gli occhialoni da sole, ed era in strada in abbigliamento comodo. Ieri era truccata, in tiro, SENZA OCCHIALI (ovviamente vi renderete conto dell'importanza di poter vedere i suoi occhi sbrilluccicosi), e con un faretto puntato addosso nel buio. Un'apparizione angelica praticamente. Non posso avere un ricordo preciso della faccenda perché è stato tutto molto veloce ma (e puntualizzo che i particolari mi sono stati richiesti) ho avuto l'impressione che fosse altissima, anche se potrebbe essere stata l'aura di santità che aveva attorno a farmela sembrare più alta. Aveva le mani calde (vabbè, per forza, le ha anche strette a 300 persone...); mi sono sembrate piccole, ma chissà se anche questo è vero. Di questo sono sicura, ha un tocco delicatissimo.
Ho sconvolto la signora dietro di me, quella delle mani sudate. Masao tendeva entrambe le mani, così, mentre lei ha preso la mia destra fra le sue, io le preso la sinistra fra le mie. In più, pare che io l'abbia guardata troppo fissa negli occhi senza inchinarmi. La signora mi ha detto che l'ho salutata come se fosse mia amica. Per me è durato troppo poco per rendermi conto di qualcosa. Però sono contenta. Quando mai ancora potrò guardarla dritta negli occhi?

La quarta parte di intervista e l'estrazione dei premi sono passati in un baleno. Ammetto di non ricordarmi praticamente nulla di ciò che è stato detto, ma ricordo bene che Masao ha avuto un brutto attacco di tosse e per un momento non è riuscita a parlare. Vedevo tutte le fan lanciarsi sguardi preoccupati le une con le altre. A questo proposito Masao ha detto che a volte le fan si comportano come delle madri con lei (proprio la tipologia in cui mi riconosco...), e che quel giorno aveva ricevuto delle cartoline che dicevano cose come: "Attenta al tifone". Comunque in un baleno è finita.
La sala ha cominciato a svuotarsi e io ho salutato la mia amica (mentre me ne andavo ho ascoltato commenti non riportabili...) e mi sono avviata verso casa. In tutto l'incontro è durato un'ora e venti, più l'ora e mezzo fra l'apertura e l'inizio. Valeva la pena però, considerando soprattutto che il prossimo spettacolo sarà a Tokyo a Maggio dell'anno prossimo.
Potrei essere chissà dove fra tutti questi mesi, ho fatto bene ad approfittarne adesso.

2013-09-16

Via col Vento

No, non sto parlando dello spettacolo (che andrò a vedere prossimamente), sto parlando del tifone.
Sono seduta in salotto e guardo gli alberi fuori che si sottomettono alla forza degli elementi. Pare fortunatamente però che verso le tre il tempo si rimetterà, così potrò uscire e andare dalla mia amica a studiare la roba universitaria per capirci qualcosa, e poi forse all'ochakai di Masao.
Ieri non c'era ancora il tifone ma è piovuto forte per tutta la mattina, quindi siamo rimasti tutti a casa fino al pomeriggio che non siamo andati a fare un giro di shopping a Kichijōji, un quartiere qua vicino che come Nerima è fuori dalla vera e propria città di Tokyo (nonostante non ci sia passaggio da una città all'altra). Mi piacciono molto le gallerie commerciali, ammetterò.


Sto suscitando la meraviglia della famiglia perché non ho ancora messo una gonna da quando sono arrivata, però sono stati carini e hanno commentato con un "eh, a te piacciono i pantaloni perché sei kakkoi", che è praticamente come dire che sono cool. Già qua credono che io sia super intelligente perché vado alla Waseda, facciamogli pure credere che sono una figa.


Momento merenda! Ovviamente io ho preso il dolcetto più giapponesizzante di tutti.
Ah, a proposito, quando esco con la famiglia mi pagano sempre tutto. Non so bene quali siano i termini del nostro contratto, ma la mamma mi ha detto che visto che le ho dato dei soldi non devo farmi problemi, ora è come se fossi a carico loro. Mi compra pure il té da portarmi via quando esco. Ogni tanto mi sento ancora in difficoltà...anche se ovviamente sono contenta di risparmiare.
Per ricambiare anche solo un minimo ieri ho cucinato io. Avevo portato della pasta dall'Italia, e ho creato una specie di pomarola facendo un soffrittino con aglio e cipolla e mettendoci i pelati a pezzi. Ho aggiunto un po' di basilico (che ho trovato venduto in barattolo essiccato), ma non sapeva veramente di nulla. Alla fine il risultato non è stato male però, un po' insipido perché la pentola della pasta era troppo grossa e con il sale fino non riesco bene a regolarmi con la salatura dell'acqua. Ma qua pare che abbiano apprezzato.
Insieme alla pasta abbiamo bevuto il vino che abbiamo comprato il secondo giorno: la scelta non è stata malvagia, ma hanno fatto bere quasi tutto a me perché io l'alcol "lo reggo bene" secondo i loro canoni, e la gradazione per loro è molto forte (13,5%).

 

La prossima volta invecce che queste foglie striminzite provo a comprare proprio la pianta di basilico, magari possono anche piantarla in giardino. Mi sa che l'ho vista a vendere vicino all'Università. 
Ah, per finire il post metterò le foto delle due cagonline di casa, Lam (che prende il nome dal cartone animato, la nostra Lamù) e Liz (perché assomiglia a Elisabeth Swann di "Pirati dei Caraibi", cioè a Keira Knightley, dicono...). Sono molto affetuose, anche con loro mi trovo bene. Spesso mi salgono sulle ginocchia, e quando torno a casa mi fanno un sacco di feste. Ormai sono "famiglia" anche per loro.