2013-10-29

Notizie da sotto il kotatsu

Non gli ho fatto una foto ancora, ma stasera qua in casa è stato inaugurato un nuovo kotatsu, un tavolino riscaldato usato in Giappone durante i mesi invernali. Che bellezza <3
Avrei altre notizie da scrivere, tipo che mi sono comprata la prima rivista di moda della mia vita, o che ho finito di scrivere l'essay con la storia della mia vita da consegnare per domani, ma faccio solo un piccolo aggiornamento (quello solito del martedì sera) per farvi vedere brevemente cosa abbiamo fatto a lezione di cultura giapponese oggi.


In classe è venuta una ragazza con la fisarmonica che si è esibita in un piccolo concerto, cantando canzoni tradizionali giapponesi insieme ad altre composte da lei. Il fatto è che, a parte la bravura, è stata proprio divertente. Abituata a cantare nei locali e alle feste, ha composto un sacco di canzoni a proposito dei propri cibi preferiti (in particolare i kappamaki, un tipo di sushi al cetriolo, che a suo parere purtroppo non riscuote il successo che dovrebbe) e delle linee ferroviarie di Tokyo. Ad un certo punto ha iniziato un lungo discorso in cui parlava di suo padre e di quanto amasse Puccini. Purtroppo però, non sapendo una parola di italiano, aveva cambiato il testo di molte canzoni in giapponese. A questo punto è partita a cantare "O mio babbino caro" elencando con aria concentratissima e drammatica tutte le stazioni della linea Chuo, fino ad Ikebukuro. Ho riso fino alle lacrime.


Mi sto apassionando alle canzoni popolari giapponesi, ora vorrei mettermi a imparare un po' di enka! Magari nella prossima vita troverò il tempo.

Kansai - 2

Sabato a Kyoto il tempo è un po' migliorato, fortunatamente, anche se la mattina abbiamo preferito trascorrerla in casa a studiare. Per l'ora di pranzo invece siamo andate verso la Kyoto Gaidai, l'Università che ho frequentato ormai quattro anni fa.


Siamo andate a mangiare al kaiten sushi dove andavamo sempre...mi ha fatto davvero uno strano effetto rivedere tutti quei posti dove ho vissuto sei mesi. Insomma, è vero che quattro anni non sono tanti, ma mi aspettavo che sarebbe stato tutto diverso. Invece, è rimasto quasi tutto uguale, le insegne, i negozi, le persone. Come quando sono tornata in Italia, è stato un po' come se non me ne fossi mai andata. Vivendo dall'altra parte del mondo avevo come un po' l'impressione che Saiin, la Gaidai, il Kyoto Family non esistessero più. Non erano più una realtà tangibile, esistevano solo come li ricordavo io.


Ho rivisto la mia casa...sapere che ancora tutte queste cose esistono mi rende felice.
Dopo pranzo e dopo il tour commemorativo abbiamo recuperato una bicicletta da alcuni amici delle mie amiche, e siamo andate a fare un giro a Kawaramachi. Io amo la Hankyu per molti motivi, ma uno dei più importanti è sicuramente la tratta Saiin-Kawaramachi: il treno rosso con gli interni in finto legno e i sedili verdi, la vocina dell'omino che dice "Omiya, Omiya desu"...
A Kawaramachi ci siamo messe a cercare travestimenti per Halloween, per la festa ad Osaka di quella sera. Non avendo vestiti utilizzabili mi sono comprata un paio di baffi.
La sera verso le dieci dunque ci siamo mosse verso Shinsaibashi a Osaka, dove siamo andate ad una di quelle mega feste organizzate da stranieri per stranieri con un sacco di giapponesi nel mezzo, e ci siamo rimaste fino a che non sono ripartiti i treni. È stato divertente, tutti hanno commentato che i baffi mi donano molto, e ci siamo ritrovati a mangiare i gyudon del Sukiya alle 4 del mattino. È stato molto meno divertente affrontare due ore di viaggio dalle cinque alle sette, mezzi addormentati e distrutti, ma la visione mattutina dei campi ha un suo fascino.


Dopo aver dormito fino all'ora di pranzo siamo andate a fare un giro in bicicletta lungo il fiume Katsura fino ad Arashiyama, visto che domenica era una bellissima giornata di sole. Le rive del fiume erano piene di persone che mangiavano, ragazzini che giocavano e coppiette. Ancora le foglie sono verdi, ma fra un paio di settimane le colline di Kyoto si infiammeranno...spero che anche a Tokyo lo spettacolo sia bello come lo è nel Kansai.


Nel pomeriggio siamo andate a dar noia ad una nostra amica che lavorava in una parata di Halloween per i bambini, poi abbiamo fatto un giro (nostalgico) per i negozi e le strade del quartiere.


Il mio autobus partiva a mezzanotte, quindi per cena siamo riuscite a deliziarci andando a mangiare yakitori (spiedini di pollo) in un izakaya alla stazione di Saiin, insieme ad un'amica giapponese.







La nottata è passata tranquilla, ero così stanca che in autobus ho dormito tutto il tempo, svegliandomi solo nelle soste (numerose).
Vorrei già tornare in Kansai...

2013-10-28

Kansai - 1

Siamo già a lunedì...devo scrivere un report ancora ma prima devo scrivere di questo weekend.
Cominciamo dal principio. Mercoledì e giovedì sono state due intense giornate di scuola, passate sempre a Waseda. Giovedì pomeriggio visto che le lezioni non finivano tardi, ne ho approfittato per andare a vedere il Museo del Teatro di Waseda (sì, c'è pure quello nel campus), che si trova in un edificio dalla strana architettura finto-austriaca.


Davanti all'edificio si trova una statua dela padre fondatore di Waseda, un mezzobusto con la mano tesa: si dice che porti fortuna stringergliela prima di affrontare un esame di ammissione, ed è tradizione che gli studenti vi si rechino in pellegrinaggio.
Il museo è molto bello: tre piani di sale in cui sono raccolti abiti, strumenti e scenografie che vanno dalle prime forme di musica e danza sacra giapponese, fino alle più recenti messe in scena di Shakespeare. In alcune sale si tengono anche alcune esibizioni temporanee, e in una di queste ho trovato pure il vestito di Oscar indossato da Ichiro Maki nella produzione della Yukigumi del 1989.
Dopo la visita sono tornata a casa a prepararmi, perché avevo l'autobus notturno per Osaka. Sono partita da Shinjuku, ma il terminal degli autobus non si trova proprio vicino alla stazione, quindi ho dovuto girare un po' prima di riuscire a capire dove andare (e fortuna che una ragazza giapponese mi ha visto sperduta e mi ha accompagnato...). Visto che giovedì notte era in arrivo l'ennesimo tifone, l'aria era nebbiosa e come impregnata d'acqua, e i grattacieli di Shinjuku avevano un'aria spettrale, con la cima che si perdeva nella nebbia. Era uno spettacolo suggestivo, anche se faceva veramente freddo.
Il viaggio è andato bene anche se causa tifone abbiamo fatto più di due ore di ritardo. Sono arrivata a Umeda e sono subito corsa a prendere il treno per Takarazuka, ma non sono riuscita ad arrivare prima delle 10:40, quindi mi sono persa la demachi. Alle 11 cominciava "Via col vento", quindi ho aspettato che tutta la gente entrasse in sala, poi mi sono data una lavata nel bagno del teatro (sì, ho fatto la barbona nel Grand Theatre e non me ne pento).

 
Purtroppo godersi la città sotto la pioggia non era un'opzione da prendere in considerazione, quindi ho fatto un paio di foto all'Hana no Michi e poi mi sono rintanata dentro il teatro. Adoro il Grand Theatre! Nonostante il tempo che ci vuole per arrivarci sia da Kyoto sia da Osaka, se dovessi scegliere solo in base al teatro preferirei 100 volte vivere nel Kansai piuttosto che a Tokyo.


Ho fatto un giro al Quatre Rêve, poi sono andata a vedere il museo dove erano esposti gli oggetti di scena e i vestiti de "Il conte di Montecristo/Amour de '99" e di alcune recenti parade, insieme agli shan-shan, ai bozzetti preparatori, e dove veniva proiettato un video di panoramica globale di tutte le top dal 2000 ad oggi. Mi sono fatta fare la solita foto con le piume, ovviamente, e ho fotografato più dettagli possibili dei vestiti in nome dello spionaggio industriale. Ah, ho pure confrontato la grandezza delle mie mani rispetto a quelle delle top star e giustamente, solo Wataru può competere con me.


Per pranzo, sempre a causa della pioggia, ho deciso di restare a mangiare all'interno del teatro, quindi già che c'ero sono andata al Feerie per provare almeno una volta nella vita uno dei menu a tema con lo spettacolo in corso. Vero è che "Via col Vento" lo vedrò a Tokyo, ma nel teatro di Tokyo ci sono solo i dolci...
I piatti non erano male, il locale era un po' squalliduccio, però ho mangiato tanto e ora posso dire di aver provato questa ebbrezza. L'unica nota veramente negativa è stata la colonna sonora: nel locale andavano a ripetizione due canzoni di "Via col Vento", e dopo aver sentito ventordici volte Kaname cantare "Sayonara" avevo perso completamente la voglia di vedere lo spettacolo. Per fortuna qua arriverà fra un mese, ho tempo di farmela tornare.

 
Dopo pranzo ho provato a vedere se riuscivo a combinare irimachi dello spettacolo del pomeriggio/demachi della Soragumi, ma anche qui ho un po' fallito. La Tsukigumi probabilmente era in teatro già dalla mattina a provare "JIN" e "Tsukigumo no Miko", perché ho visto uscire un po' di persone di entrambi i cast. Ho visto entrare Sou Kazuho, Sagiri Seina e Todoroki Yuu, che avevano un po' di persone del fanclub ad aspettarle. La cosa di cui mi sono meravigliata ancora è stata che i fanclub nel Kansai non indossano segni di riconoscimento. Anche le iridemachi hanno un senso completamente diverso da quelle di Tokyo, anche perché in teatro non entrano ed escono solo le attrici che hanno spettacolo quel giorno, ma anche tutte quelle che vanno a fare le prove, forse addirittura quelle che hanno interviste o servizi fotografici...
Comunque, non ho visto uscire nessuno della Soragumi, e ad una certa ora ho dovuto rinunciare anche perché il mio spettacolo cominciava alle quattro e volevo prendere posto un po' in anticipo.


Mi sento un po' una provilegiata ad aver visto il "Takarazuka Buyoukai", perché non è un evento che capita spesso (massimo una volta l'anno), ed è interessante vedere le Takaraziennes cimentarsi in una performance realmente tradizionale, e non semplicemente in un musical ambientato nel giappone calssico o nel giappone feudale. Teoricamente tutte le attrici studiano danza tradizionale, ma poi non sono molte le occasioni in cui possono esibirsi. Comunque, data la peculiarità, è stato molto carino vedere che al secondo piano vicino a me erano sedute anche le ragazzine dell'ongaku gakko, la scuola di preparazione delle attrici (credo una sola delle due classi). La cosa allucinante è stata che anche prima dello spettacolo e durante la pausa, stavano tutte sedute rigide e immobili, guardando in avanti, senza alzarsi o parlare fra di loro. Quaranta ragazzine in divisa, ferme e serissime, metà con i capelli corti e metà con i capelli raccolti. Un po' inquietante.


Su ogni sedia era poggiato il programma di sala, che non viene venduto. Accanto a me c'era un posto vuoto, quindi ho pensato che non sarebbe dispiaciuto a nessuno se avessi preso un programma in più, quindi ho aspettato fino alla fine del primo tempo e me ne sono impadronita. E, giustamente, verso la fine dell'intervallo è arrivata la legittima proprietaria del posto che non vedendo il suo programma è andata a richiederlo. Per fortuna ne ha ottenuto un altro senza problemi, quindi l'ho scampata, ma mi sono vergonata tanto...però, non si deve nemmeno arrivare a metà spettacolo solo perché vuoi vedere le top, no?


Arriviamo dunque al Buyoukai.
Le attrici partecipanti erano poche, appartenenti alla Senka, alla Tsukigumi e alla Yukigumi. Ognuna di loro è apparsa in un solo pezzo, ognuno della durata di una decina di minuti (non oso immginare la difficoltà): alcune da sole, altre in coppia o in gruppo. L'orchestra e il coro erano quelli tradizionali del kabuki, composti da soli uomini. Erano presenti anche gli aiuti di scena, quelli che portano e raccolgono gli oggetti e che aiutano gli attori a cambiarsi.
Comincerò dalle osservazioni più terra terra: trucco e vestiti. I kimono, soprattutto alcuni, come quello decorato con fiori di glicine dell'ultimo pezzo, erano meravigliosi. Anche i vestiti più semplici erano in realtà curati nel minimo dettaglio. Oltretutto, molti dei costumi potevano essere sfilati e rivoltati, permettendo repentini cambi di scena.
Il trucco kabuki dona tantissimo a tutte, devo ammettere. Non ci sono dubbi, ovviamente, un giapponese vestito da giapponese ha un fascino tutto particolare. Alcune erano veramente irriconoscibili, senza il programma avrei fatto fatica a identificare Hokusho Kairi, ad esempio. Non mi metterò a descrivere ogni scena (e poi non pretendo di poter giudicare una performance di questo tipo, non sono abbastanza esperta) ma ce ne sono alcune che mi hanno veramente colpito, come quella di Todoroki Yuu, che è stata scritta appositamente per lei. Nello stupore generale, ha interpretato sia Otohime che Urashima Taro, sostituita per poco da un'altra attrice che non si è fatta mai vedere in volto e che le ha permesso di cambiarsi. Nel finale, quando il protagonista apre la scatola datagli dalla principessa riacquisendo gli anni perduti e diventando vecchio, Todoroki si è abbassata e si è rialzata indossando una maschera da anziano, le hanno sfilato il kimono che è diventato improvvisamente bianco, e lei si è messa a ballare come se perdesse costantemente l'equilibrio, e sembrando alta la metà. Un'altra attrice che mi ha colpito molto è stata proprio Hokusho Kairi, soprattutto per l'espressività del volto. Tutte sono state molto brave in realtà, per quanto riguarda l'interpretazione. Credo sia davvero difficile mantenere costantemente quel mezzo sorriso mentre si balla.
Lo ammetto, è stata brava anche Chigi, mi è piaciuta tanto (visto che non doveva cantare), come mi è piaciuta Eritan. Masao e Chapi hanno ballato insieme, ed erano veramente tenere, e poi ci sono stati degli ensemble molto suggestivi con tanto di caduta di petali di ciliegio. E poi c'era Ebira Kaoru vestita da donna. Non ho fatto appositamente commenti su Todoroki Yuu vestita da donna, la lascio alla vostra immaginazione. Però è brava quindi non voglio dir nulla di male.
Il finale è stato molto molto carino, hanno ballato tutte insieme indossando lo hakama verde, sempre canzoni tradizionali ma un po' più movimentate, più in stile bon odori, per poi concludere con l'immancabile "Takarazuka Forever". Le otokoyaku hanno anche fatto un po' le sceme interpretando un tango con i ventagli, e Chapi e Manaka Ayu hanno fatto un pezzo troppo carino dove sembrava interpretassero dei giocattoli con la carica a molla. Insomma, hanno concluso più in allegria, in effetti lo spettacolo a mio parere è stato bellissimo ma poteva risultare un po' pesante.

Visto che erano le otto e mezzo passate non sono rimasta ad attendere la demachi (solo una breve occhiata...), e ho preso il treno per Kyoto, dove ho incontrato le mie amiche che mi hanno gentilmente ospitato per il weekend. In realtà prima di dormire ci siamo attardate ad una festa, giustamente. E festa è stata anche la parola d'ordine della giornata di sabato, ma di questo scriverò domani. Questo era un post serio.

2013-10-22

Janken

Inutile, vinco sempre a janken (la nostra morra cinese, per intendersi), mi sa che mi toccherà essere sfortunata in amore. Però, vorrei proprio che tutta la mia vita venisse decisa a janken.
Vi metto un paio di foto della lezione di cultura giapponese di oggi, nella quale abbiamo provato a colorare un disegno con la tecnica yuzen, usata per la decorazione dei kimono. Ci siamo divisi in gruppi, io ho scelto quello con il serpente, il mio segno zodiacale cinese.


Queste che vedete solo le mie sante manine all'opera sul disegno. Ce lo siamo passato in otto e abbiamo realizzato il seguente capolavoro.


Purtroppo ci hanno messo fretta e siamo un po' usciti dai contorni, ma con quella carta strana e quel colori era difficile dipingere. Il lavoro però non è ancora finito: il contorno nero deve essere lavato via, in modo che resti un margine bianco.
Il disegno poteva andare solo ad uno di noi otto, quindi ce lo siamo giocato a janken, appunto, e ho vinto io, come succede sempre anche quando dobbiamo fare le presentazioni a voce alta in classe, che non mi toccano mai. Domani quando il colore sarà del tutto asciutto proverò a lavarlo.

Visto che non ho voglia di mettermi a studiare ancora aggiungerò a questo post qualche altra fotografia senza contesto presa dal mio cellulare.


Il testimonial della linea ferroviaria che prendo tutti i giorni è Keroro, tutte le carrozze sono piene di vignette che mostrano cosa si deve fare/non fare all'interno del treno.


L'altro giorno ho bevuto un buon caffè in un negozio della Segafredo. Mi hanno dato anche un amaretto da mangiarci insieme.  Gnam =3


L'inglese dei giapponesi non finisce mai di sorprendermi. Credo che questo sia l'unico paese dove può capitare di leggere una cosa del genere...possibile che in una metropoli come Tokyo, una delle più grandi al mondo, piena di gaijin, ci sia questa ignoranza? In una lingua come l'inglese, che ormai sanno parlare anche i muri? Mi sa che i giapponesi hanno proprio il rifiuto delle lingue straniere...

2013-10-21

Conga!

Vabbè, dovevo per forza chiamarlo così, questo post. Non so dove sto trovando la forza di scrivere, ma almeno fino alle 9 e mezzo posso permettermi di restare sveglia, nonostante io non dorma da qualcosa come 32 ore...e pensare che ieri mattina mi ero complimentata con me stessa per aver dormito quanto dovevo sabato notte.
Ieri sono rimasta tutto il giorno a studiare, ma la sera sono uscita, ed è stata una nottata un po' folle. Le due ragazze italiane in viaggio qua domani mattina presto ripartiranno, e ieri ho passato la notte con loro. Nonostante il diluvio universale, verso le sette ci siamo incontrate per la demachi della Hanagumi: come potete vedere, pure le giapponesi non si fanno fermare da nulla. Tomu è stata carinissima come sempre, Mirio anche stavolta non ha manifestato particolare gioia nel vedere le sue fan, anche se mi ha agghiacciato un po' meno di giovedì scorso.



Dopo la demachi siamo andare al bar "Miroir" a mangiucchiare e bere qualcosa e sopratutto a vedere spettacoli ("Algiers no Otoko" in primis, e poi maratona Ranju Tomu, giustamente). La ragazza del bar si è ricordata di me, e immagino si ricorderà ancora di me in futuro visto che fra testate sul muro, volume di voce delle nostre conversazioni deliranti e bicchieri rovesciati ho rischiato di buttarle giù tutto il locale. Comunque, è stato davvero divertente. Metto qualche foto del posto come avevo promesso di fare ormai più di un mese fa...


Il disegno che vedete qua sopra è opera dell'autrice di Kuragehime, mentre l'insegna è opera della titolare del bar, sua assistente <3


Ah, la pacchianità. Anche il bagno è completamente decorato, e la carta igienica è a roselline.
Siamo rimaste al locale fino a tarda ora (abbiamo visto praticamente tre spettacoli e un'intervista), poi siamo tornate verso il teatro per le ultime fotografie ricordo tutte insieme.
A questo punto era impossibile per me tornare a casa, quindi ci siamo dirette verso un karaoke dove abbiamo passato la nottata, fra canzoni del Taka e video del Taka (ovviamente). No dai, alla fine abbiamo anche cantato tutto "Les Miserables".
Stamattina presto ci siamo rifugiate in un "jonathan's", dove ci siamo rifocillate con ramen, patatine, gelato e caffè in ordine sparso, sconvolgendo i camerieri.
E poi, purtroppo, ci siamo salutate, e io mi sono diretta verso l'università, dove ho affrontato una giornata un po' impegnativa ma tutto sommato positiva e produttiva, non avendo nemmeno particolari problemi a causa della mancanza di sonno.
Però adesso vado proprio a dormire.

2013-10-20

Dream

Ah, che bella giornata è oggi, nonostante la pioggia e il vento mi sento pimpante (anche perché sono riuscita a dormire più di sei ore stanotte).
Ieri ho fatto il pieno di cose belle, quindi oggi posso rimettermi senza troppa fatica a scrivere la storia della mia vita in giapponese, perché ieri ho cominciato ma non sono riuscita a finire. Intanto ieri è uscito un numero speciale della rivista "Margaret" con un capitolo extra di "Versailles no Bara", tutto dedicato al piccolo Girodelle. Ho dovuto girare un po' per riuscire a procurarmelo ma alla fine l'ho trovato. In regalo davano anche una ristampa (di bassa qualità, ma va bene, per 3 euro) del primo numero del manga.


Mi do da sola come compito a casa la traduzione fatta per bene del capitoletto nuovo, appena avrò un po' di tempo libero.
Ieri sera poi sono andata al concerto "Dream a Dream", l'ultimo della serie celebrativa per i 100 anni del Teatro Takarazuka. Il teatro dove si teneva, il Tokyu Theatre Orb, è davvero spettacolare. Si trova all'undicesimo piano dell'edificio Hikarie di Shibuya, dal quale si può vedere tutta la skyline notturna di Tokyo.



Lo spettacolo mi ha emozionato molto anche perché ho avuto la possibilità di vedere tanti talenti tutti insieme: alcune delle attrici sono molto attive ancora, ma altre non si vedono spesso, quindi mi sento fortunata ad avere avuto questa possibilità. Poi, i numeri erano molto ben studiati, sia gli originali che pezzi d'epoca del Takarazuka: mi è parso che ognuna delle attrici sia riuscita a dare il meglio di sè, cosa che credo non sia sempre possibile finché restano al'interno del teatro, date anche le tempistiche ristrette. Ieri mi è sembrato che ad ognuna sia stato dato un ruolo in cui poteva riuscire al meglio, e anche le canzoni erano diversificate per tipologia di voce.
A proposito delle voci, mi sento davvero fortunata ad aver ascoltato alcune delle "vecchie", perché appartengono davvero ad un'epoca in cui la qualità del canto era più alta, anche se ovviamente questo andava a scapito di altre cose. Comunque, ripeto, anche le attrici che non ho mai ritenuto avessero una voce eccelsa, come Mizu o Wataru (che mi piacciono da morire però, ci tengo a precisarlo), ieri hanno cantato molto molto bene, quindi forse se anche al Takarazuka invecce di pensare solo all'insieme del musical e della graduatoria top/nibante/sanbante ecc.ecc. si dedicassero anche a studiare un po' come assegnare le parti in base alle capacità e al tipo di voce forse rivaluterei un bel po' di persone che ho sempre schifato. Un po' mi spiace che ieri come ospite non ci fosse Yuuga, magari riuscivo a rivalutare anche lei XD Ma in realtà non mi spiace troppo visto che ho potuto ascoltare Zunko, che non aveva bisogno di essere rivalutata <3
Sono rimasta particolarmente colpita da Ayano Kanami, che ha cantato con una voce che non le avevo mai sentito, e da Ootori Ran che non c'è bisogno di dirlo, mi ha fatto venire i brividi e mi ha fatto addirittura piangere cantando "Viva Samba".
Per il ballo non ho niente da dire, a parte che Asami Hikaru non sembra appartenere a questo mondo, e che Wataru vestita da uomo è inquietante perché sembra proprio un uomo, e vestita da donna è semplicemente inquietante. Un po' inquietante è stata anche Saeko che ha completamente abbandonato la via dell'otokoyaku ed è rimasta vestita da donna praticamente tutto il tempo. Chissà anche in questo quanto sia stato lasciato alla scelta delle singole attrici.
Mi è piaciuto molto che ci fosse Asaji Saki come "Guest Pianist", e che abbia suonato come accompagnamento alle altre. Ha anche ballato e cantato, ovviamente, ma che l'abbiano fatta suonare è un stato un bel modo per mettere in mostra le sue capacità e darle risalto per quello che sa fare meglio. Infatti è stata strepitosa al pianoforte.
Insomma, avrei mille aneddoti da raccontare, come Misa Noeru vestita da vecchietta del pubblico che non trova il suo posto a sedere, o Kuze Seika che si è presentata solo per il talk finale (in realtà sostengo che si sia palesata per me, perché finalmente dopo tanto tempo mi ricordo il suo nome), o che mi sono imbattuta in Shirosaki Ai in fila al bar. Felicità.
Non riesco a spiegarmi perché ami così tanto il Takarazuka, o più semplicemente la musica, il canto e il ballo, o il musical. So solo che mi fanno sentire bene...


 Dopo lo spettacolo visto che ero a Shibuya sono andata a fare un salutino ad Hachiko e a dare un'occhiata allo Shibuya Crossing, visto che ancora non c'ero passata. Anche la notte di questa città mi riempie di emozione.

2013-10-19

Non mi annoio mai

Oggi è un sabato grigio, fa freddo e non ho voglia di fare i compiti, ma stasera vado a vedere il concerto "Dream a Dream" e poi esce il numero di Margaret con un nuovo gaiden di Berubara, quindi sopporto.
Fra mercoledì, ieri e l'altro ieri sono successe un sacco di cose, come al solito.
Ieri era il compleanno della mamma giapponese. Le ho comperato una crema per le mani e un burro cacao della Neutrogena, e ieri mattina glieli ho dati, spero che li abbia apprezzati davvero.

Intanto mercoledì ho saltato le prime due ore di lezione a causa del tifone. Il vento ha soffiato forte per tutta la mattina, poi però si è miracolosamente placato, quindi la terza e la quarta lezione si sono svolte regolarmente. Dopo la lezione di dizione giapponese, imbarazzante come al solito (ogni nostra performance viene registrata...), sono andata a Kichijoji, perché la professoressa di cultura giapponese ci ha portato in un locale a vedere un concerto di wadaiko, i tamburi giapponesi.
È stato emozionante! Il suono dei tamburi ti rimbomba nel petto e nelle orecchie, e i movimenti dei musicisti sono coreografati come una danza. Le espressioni del viso e la precisione dei gesti sono quelli di attori, di ballerini.






I tre ragazzi ci hanno anche fatto vedere qualche foto e video di questa estate, dove sono stati ospiti al festival di Edimburgo: è stato strano vedere uno di loro mangiare un “dolce sconosciuto” (un pezzo di liquirizia) e sputarlo subito dopo, scioccatissimo.

Giovedì invece, dopo l'ennesimo test (punteggio 9/10, modestamente), sono andata al teatro Takarazuka per vedere lo spettacolo della Hanagumi “Ai to Kakumei no Uta”, ispirato all'opera “Andrea Chenier”, insieme alle due ragazze italiane che sono qua in viaggio. 

  
Il musical è stato davvero bello. La storia è romantica, ma non è stucchevole e non ha un finale scontato: sono stata contenta di non aver letto la trama in preventiva, così sono rimasta ignara fino alla fine. Alcune canzoni ti prendono veramente allo stomaco, i costumi sono elaborati (a parte i soliti vestiti da popolano francese XD) e la scenografia, minimalista, in bianco e nero e con le strutture di legno a vista, mi ha colpito molto.  
A guidare le azioni dei personaggi principali c'erano due angeli, uno nero e uno bianco: un clichè luce/ombra simile a quello amore/morte di “Romeo e Giulietta”, forse superfluo, ma non disturbante. Anzi, alcuni dei balletti fra di loro erano proprio belli.
Ah, c'è stato un “momento ormone” non indifferente, una scena di accoppiamento coreografato che ha fatto salire la pressione a tutte le vecchiette sedute vicino a me. Oltretutto, accanto a me c'era un coppia, e lui ha guardato lo spettacolo con interesse! Ad un certo punto gli è squillato il cellulare quindi l'ho odiato, poi mi sono resa conto che come suoneria aveva “Mamma mia” quindi un po' l'ho perdonato. Sempre nella mia stessa fila c'era una comitiva di una ventina di occidentali sulla cinquantina, uomini e donne, probabilmente un viaggio organizzato. Chissà cos'hanno pensato...poi, probabilmente non avevano idea di quello che andavano a vedere, sono anche usciti dopo il musical senza tornare per la revue.
Parliamo un attimo delle attrici. Nozomi Fuuto e Harukaze Misato hanno guadagnato una fan. Harukaze Misato mi ha fatto venire i brividi, e Nozomi Fuuto canta con una scioltezza e una naturalezza invidiabili. Veramente, veramente, si merita di arrivare in alto. Sono state le due che mi hanno colpito di più.
Mirio se l'è cavata bene, il suo personaggio mi è piaciuto molto ma pensavo che fosse più cattivo e che soprattutto avesse un ruolo molto più attivo nella storia, invece alla fine non risaltava tantissimo. Ha avuto un parte appena più importante di quella delle altre, la sua presenza nel poster non era del tutto giustificata. Ranno Hana è stata brava sorprendentemente.
Ranju Tomu stava molto bene nella parte, e per la prima volta ho sentito la sua voce dal vivo e sono rimasta impressionata, come mi era stato anticipato. A parte il tono particolare, ha davvero un volume altissimo; ogni tanto mi dà l'idea di non riuscire a controllarsi quando canta. 

  
Anche la revue è stata molto carina, anche se devo dire che, se dovessi scegliere fra i due, mi ha colpito di più il musical. Ad alcune scene che parevano avere una trama non sono riuscita a trovare una spiegazione, tipo: Mirio vestita da arabo che viene sedotta da una musume, che però improvvisamente si scambia con una otoko, Mirio non ci vuole stare ma alla fine un po' ci sta con tutte e due. Fine. Era proprio una scena tanto per...anche se era apprezzabile da almeno un paio di punti di vista. A parte queste scene, ci sono stati di momenti di vera bellezza, nella scena iniziale ad esempio, e nella scalinata delle otoko. Il “FU” di Ranju è inimitabile, c'è poco da fare. Anche il duet dance è stupendo: in nero con i decori oro e argento, ballato e al tempo stesso recitato (ha dato modo ad entrambe le top di tirarsela un sacco, giustamente).
Insomma, per farla breve mi è piaciuto tanto. Avevo anche il binocolo stavolta, fa un effetto davvero strano guardarci dentro, sembra di vedere un DVD dal vivo. 


Dopo lo spettacolo abbiamo visto la demachi. Ranju è davvero una bella donna vista da vicino <3 così sottile anche lei...piccina, sembrava stanca. Ah, ho trovato il suo più grosso difetto, comunque: non ha un sedere. Cioè, già la media nazionale giapponese lascia piuttosto a desiderare, lei ne ha ancora meno. Ma la perdoniamo, è stata proprio carina...al contrario di Mirio. Non so come sie di solito, ma ieri ci sono veramente rimasta male per come si è comportata con il suo stesso fanclub...non una parola, non un grazie, nemmeno un sorriso. Non guardava in faccia le ragazze da cui prendeva le lettere, ha a malapena mosso la mano una volta prima di salire in macchina e sparire. Mi ha fatto proprio una brutta impressione. Poi, ripeto magari era solo ieri che le era presa male, ma insomma, è il tuo lavoro, la gente è lì per te...ognuna delle attrici si comporta in modo diverso, alcune chiedono pure a certe fan di vecchia data se stanno bene, ma anche senza arrivare a questo, almeno guardarle negli occhi...vabbè. Magari riprovo a fare demachi prossimamente...
Dopo aver mangiato velocemente sono tornata a casa sbagliando tutte le fermate della metropolitana, quindi ho rischiato nuovamente di prendere l'ultimo treno, ma ce l'ho fatta. 

 
Ieri avevo solo un'ora e mezzo di lezione, ma sono rimasta in università a studiare (nel posto della foto qui sopra, che trovo bellissimo) fino alla sera, perchè alle 18 si è tenuta proprio a Waseda una conferenza di Kusano Akira, uno dei registi del Takarazuka. Non potevo farmi sfuggire l'occasione di vedere dal vivo tale creatore di bellezze/orrori!
Non mi ha deluso. Come immaginavo, è un signore simpatico e un po' pazzo: ci ha raccontato la storia della sua vita, compresi particolari sulla sua infanzia, che in realtà lui voleva fare il pittore, ci ha detto come ha conosciuto il Takarazuka, chi sono stati i suoi maestri, come si sono evolute le cose. 

 
Ho scoperto che ai tempi il Takarazuka aveva un sipario a strisce come quello del kabuki, ma era rosa, bianco e blu, che all'inizio le attrici si specializzavano solo nel canto o nella danza e facevano solo quello tutto il tempo, e che le musiche di Versailles no Bara sono mutuate dai Carmina Burana. Dopo essersi assicurato che avremmo resistito ancora nonostante la fame (e aver sommerso di complimenti alcune ragazze in prima fila), ha parlato in tono molto affettuoso delle attrici con cui ha lavorato, Ooura Mizuki in particolare, e ci ha fatto vedere dei video di alcune sue Revue, in particolare "Junction24" e "On the 5th"."On the 5th" mi ha un po' sconvolto in realtà, perché è una revue del 2002, e in una scena vuole essere un omaggio alle vittime dell'11 Settembre. Ho paura che in una revue sia stato un po' fuori luogo.
Comunque, adesso mi metto a fare i compiti che se anche avessi poco da fare ci pensano loro a tenermi occupata. Ovviamente perdere due ore di lezione a causa del tifone significa dover fare di più da soli...

2013-10-15

Tifiamo per il tifone

Ah, domani niente lezioni la mattina causa pioggia torrenziale e forti raffiche di vento. Se non mi fossi ammollata completamente tornando a casa stasera sarei felice al 100%.
Però non ci lamentiamo va, vi faccio vedere che abbiamo fatto alla lezione di cultura giapponese di oggi: "Sapori del Kanto VS sapori del Kansai".



Ovviamente il Kansai vince.

Da 35 a 18...

...gradi in tre giorni.
Stamani fa veramente freddo. Sono in casa con golfino e calzini...
Oggi pomeriggio quando andrò all'università farà sicuramente molto più caldo, anche perché ho notato che fra Kamishakuji e Takadanobaba la temperatura si alza di qualche grado, ma adesso mi sembra di congelare se penso a sabato che avevo caldo a spalle scoperte.
Pure domenica è stato caldo, anche se meno di sabato. In realtà avevo un po' da studiare, ma la ragazzina della famiglia mi ha chiesto se volevo fare un giro e mi fa piacere passare del tempo con lei, anche perché parliamo poco. Quindi abbiamo deciso di andare ad Odaiba.
I problemi sono cominciati quando ha cominciato a chiedermi cosa ci fosse da vedere a Odaiba...io facevo affidamento su di lei e non avevo nemmeno la cartina dietro. Comunque alla fine abbiamo deciso di cambiare meta e di andare a Akihabara, la città dell'elettronica, meta preferita dagli amanti di anime, manga e idol. Ah, e anche di elettronica.


Purtroppo il mio amato lettore mp3 ha smesso di funzionare e quindi ne ho approfittato per comprarne uno nuovo a pochissimo in un negozietto pieno zeppo di pc, macchine fotografiche e ogni altro tipo di aggeggio più o meno utile. 
La sensazione che ho provato cammincando per Akihabara è stata di completo smarrimento. L'accesso alle auto viene bloccato, quindi un'immane quantità di persone cammina liberamente per la strada, o si mette in fila per entrare in qualche negozio. Molti di loro portano una busta con sopra disegnati personaggi dei manga, e ognuno di loro sa esattamente dove vuole andare e cosa deve fare, al contrario di me.
Dopo una decina di metri i negozi sembrano tutti uguali...ormai non seguo più tanto le ultime uscite quindi non riconosco più niente, a parte le vecchie glorie. Rispetto a 4 anni fa questo mondo mi sembra molto più estraneo. Nei negozi di elettronica le cose sono accatastate le une sulle altre senza nessun criterio apparente.


Comunque mi sono divertita. Abbiamo pranzato in un MOS burger, una catena di fast food giapponese che però fa dei panini veramente buoni. La ragazzina ci ha anche lavorato e mi ha detto che sa come vengono fatte le cose e che ci mangia volentieri. Mi è sembrata una garanzia sufficiente.


Il pomeriggio siamo tornate a casa abbastanza presto anche perché eravamo invitati tutti a cena da una coppia di amici di famiglia, quelli con cui eravamo già usciti per mangiare lo shabu-shabu. La signora è un'amante della musica classica e dell'opera, quindi hanno pensato di organizzare una serata per mangiare insieme ascoltando qualcosa, nello specifico "Il Flauto Magico" di Mozart. Trovo che sia stata un'idea molto carina da parte della famiglia, anche perché so che l'hanno fatto per me.
Non ho fatto foto, ma abbiamo mangiato benissimo. La signora cucina molto bene, ed è appassionata di cucina occidentale, quindi ho mangiato marmellata di mele con brie, arrosto con rosmarino e limone, salsa di acciughe. Tutto insieme, siamo in Giappone dopotutto.
Mi è venuta un po' di nostalgia ad ascoltare l'opera...

Nonostante non avessi studiato proprio tantissimo nel fine settimana, avevo fatto tutti i compiti, e il test di ieri è andato bene. Il lunedì purtroppo è una giornata un po' impegnativa (dico purtroppo perché pianificando tutti i divertimenti nel fine settimana mi ritrovo a studiare il giovedì per il lunedì, altrimenti non ho tempo...). In più questa settimana sarò spesso fuori, perché tornano a Tokyo le due ragazze italiane che conosco (con le quali andrò a teatro), e la professoressa di cultura giapponese ci porta fuori a sentire un concerto.
Vi lascio una testimonianza dei miei pasti universitari, che consistono di solito in un paio di onigiri.


La pausa pranzo dura 50 minuti, 20 dei quali si perdono fra uscire dalla classe, rientrare, andare in bagno. Quindi quando riesco mi porto il cibo da casa, visto che la madre della famiglia la mattina per colazione fa gli onigiri, palline di riso condite in vari modi (è un modo intelligente di riciclare il riso avanzato dal pasto della sera prima). Quando non ho nulla da portarmi dietro me li compro comunque, perché sono pratici se devi mangiare in fretta.


P.S. oggi ho lezione di pomeriggio, e adesso che sono andata in cucina ho visto che la figlia prima di uscire si è fatta da mangiare uova e wurstel, e ne ha lasciati un po' per me. Che carina!