2013-10-28

Kansai - 1

Siamo già a lunedì...devo scrivere un report ancora ma prima devo scrivere di questo weekend.
Cominciamo dal principio. Mercoledì e giovedì sono state due intense giornate di scuola, passate sempre a Waseda. Giovedì pomeriggio visto che le lezioni non finivano tardi, ne ho approfittato per andare a vedere il Museo del Teatro di Waseda (sì, c'è pure quello nel campus), che si trova in un edificio dalla strana architettura finto-austriaca.


Davanti all'edificio si trova una statua dela padre fondatore di Waseda, un mezzobusto con la mano tesa: si dice che porti fortuna stringergliela prima di affrontare un esame di ammissione, ed è tradizione che gli studenti vi si rechino in pellegrinaggio.
Il museo è molto bello: tre piani di sale in cui sono raccolti abiti, strumenti e scenografie che vanno dalle prime forme di musica e danza sacra giapponese, fino alle più recenti messe in scena di Shakespeare. In alcune sale si tengono anche alcune esibizioni temporanee, e in una di queste ho trovato pure il vestito di Oscar indossato da Ichiro Maki nella produzione della Yukigumi del 1989.
Dopo la visita sono tornata a casa a prepararmi, perché avevo l'autobus notturno per Osaka. Sono partita da Shinjuku, ma il terminal degli autobus non si trova proprio vicino alla stazione, quindi ho dovuto girare un po' prima di riuscire a capire dove andare (e fortuna che una ragazza giapponese mi ha visto sperduta e mi ha accompagnato...). Visto che giovedì notte era in arrivo l'ennesimo tifone, l'aria era nebbiosa e come impregnata d'acqua, e i grattacieli di Shinjuku avevano un'aria spettrale, con la cima che si perdeva nella nebbia. Era uno spettacolo suggestivo, anche se faceva veramente freddo.
Il viaggio è andato bene anche se causa tifone abbiamo fatto più di due ore di ritardo. Sono arrivata a Umeda e sono subito corsa a prendere il treno per Takarazuka, ma non sono riuscita ad arrivare prima delle 10:40, quindi mi sono persa la demachi. Alle 11 cominciava "Via col vento", quindi ho aspettato che tutta la gente entrasse in sala, poi mi sono data una lavata nel bagno del teatro (sì, ho fatto la barbona nel Grand Theatre e non me ne pento).

 
Purtroppo godersi la città sotto la pioggia non era un'opzione da prendere in considerazione, quindi ho fatto un paio di foto all'Hana no Michi e poi mi sono rintanata dentro il teatro. Adoro il Grand Theatre! Nonostante il tempo che ci vuole per arrivarci sia da Kyoto sia da Osaka, se dovessi scegliere solo in base al teatro preferirei 100 volte vivere nel Kansai piuttosto che a Tokyo.


Ho fatto un giro al Quatre Rêve, poi sono andata a vedere il museo dove erano esposti gli oggetti di scena e i vestiti de "Il conte di Montecristo/Amour de '99" e di alcune recenti parade, insieme agli shan-shan, ai bozzetti preparatori, e dove veniva proiettato un video di panoramica globale di tutte le top dal 2000 ad oggi. Mi sono fatta fare la solita foto con le piume, ovviamente, e ho fotografato più dettagli possibili dei vestiti in nome dello spionaggio industriale. Ah, ho pure confrontato la grandezza delle mie mani rispetto a quelle delle top star e giustamente, solo Wataru può competere con me.


Per pranzo, sempre a causa della pioggia, ho deciso di restare a mangiare all'interno del teatro, quindi già che c'ero sono andata al Feerie per provare almeno una volta nella vita uno dei menu a tema con lo spettacolo in corso. Vero è che "Via col Vento" lo vedrò a Tokyo, ma nel teatro di Tokyo ci sono solo i dolci...
I piatti non erano male, il locale era un po' squalliduccio, però ho mangiato tanto e ora posso dire di aver provato questa ebbrezza. L'unica nota veramente negativa è stata la colonna sonora: nel locale andavano a ripetizione due canzoni di "Via col Vento", e dopo aver sentito ventordici volte Kaname cantare "Sayonara" avevo perso completamente la voglia di vedere lo spettacolo. Per fortuna qua arriverà fra un mese, ho tempo di farmela tornare.

 
Dopo pranzo ho provato a vedere se riuscivo a combinare irimachi dello spettacolo del pomeriggio/demachi della Soragumi, ma anche qui ho un po' fallito. La Tsukigumi probabilmente era in teatro già dalla mattina a provare "JIN" e "Tsukigumo no Miko", perché ho visto uscire un po' di persone di entrambi i cast. Ho visto entrare Sou Kazuho, Sagiri Seina e Todoroki Yuu, che avevano un po' di persone del fanclub ad aspettarle. La cosa di cui mi sono meravigliata ancora è stata che i fanclub nel Kansai non indossano segni di riconoscimento. Anche le iridemachi hanno un senso completamente diverso da quelle di Tokyo, anche perché in teatro non entrano ed escono solo le attrici che hanno spettacolo quel giorno, ma anche tutte quelle che vanno a fare le prove, forse addirittura quelle che hanno interviste o servizi fotografici...
Comunque, non ho visto uscire nessuno della Soragumi, e ad una certa ora ho dovuto rinunciare anche perché il mio spettacolo cominciava alle quattro e volevo prendere posto un po' in anticipo.


Mi sento un po' una provilegiata ad aver visto il "Takarazuka Buyoukai", perché non è un evento che capita spesso (massimo una volta l'anno), ed è interessante vedere le Takaraziennes cimentarsi in una performance realmente tradizionale, e non semplicemente in un musical ambientato nel giappone calssico o nel giappone feudale. Teoricamente tutte le attrici studiano danza tradizionale, ma poi non sono molte le occasioni in cui possono esibirsi. Comunque, data la peculiarità, è stato molto carino vedere che al secondo piano vicino a me erano sedute anche le ragazzine dell'ongaku gakko, la scuola di preparazione delle attrici (credo una sola delle due classi). La cosa allucinante è stata che anche prima dello spettacolo e durante la pausa, stavano tutte sedute rigide e immobili, guardando in avanti, senza alzarsi o parlare fra di loro. Quaranta ragazzine in divisa, ferme e serissime, metà con i capelli corti e metà con i capelli raccolti. Un po' inquietante.


Su ogni sedia era poggiato il programma di sala, che non viene venduto. Accanto a me c'era un posto vuoto, quindi ho pensato che non sarebbe dispiaciuto a nessuno se avessi preso un programma in più, quindi ho aspettato fino alla fine del primo tempo e me ne sono impadronita. E, giustamente, verso la fine dell'intervallo è arrivata la legittima proprietaria del posto che non vedendo il suo programma è andata a richiederlo. Per fortuna ne ha ottenuto un altro senza problemi, quindi l'ho scampata, ma mi sono vergonata tanto...però, non si deve nemmeno arrivare a metà spettacolo solo perché vuoi vedere le top, no?


Arriviamo dunque al Buyoukai.
Le attrici partecipanti erano poche, appartenenti alla Senka, alla Tsukigumi e alla Yukigumi. Ognuna di loro è apparsa in un solo pezzo, ognuno della durata di una decina di minuti (non oso immginare la difficoltà): alcune da sole, altre in coppia o in gruppo. L'orchestra e il coro erano quelli tradizionali del kabuki, composti da soli uomini. Erano presenti anche gli aiuti di scena, quelli che portano e raccolgono gli oggetti e che aiutano gli attori a cambiarsi.
Comincerò dalle osservazioni più terra terra: trucco e vestiti. I kimono, soprattutto alcuni, come quello decorato con fiori di glicine dell'ultimo pezzo, erano meravigliosi. Anche i vestiti più semplici erano in realtà curati nel minimo dettaglio. Oltretutto, molti dei costumi potevano essere sfilati e rivoltati, permettendo repentini cambi di scena.
Il trucco kabuki dona tantissimo a tutte, devo ammettere. Non ci sono dubbi, ovviamente, un giapponese vestito da giapponese ha un fascino tutto particolare. Alcune erano veramente irriconoscibili, senza il programma avrei fatto fatica a identificare Hokusho Kairi, ad esempio. Non mi metterò a descrivere ogni scena (e poi non pretendo di poter giudicare una performance di questo tipo, non sono abbastanza esperta) ma ce ne sono alcune che mi hanno veramente colpito, come quella di Todoroki Yuu, che è stata scritta appositamente per lei. Nello stupore generale, ha interpretato sia Otohime che Urashima Taro, sostituita per poco da un'altra attrice che non si è fatta mai vedere in volto e che le ha permesso di cambiarsi. Nel finale, quando il protagonista apre la scatola datagli dalla principessa riacquisendo gli anni perduti e diventando vecchio, Todoroki si è abbassata e si è rialzata indossando una maschera da anziano, le hanno sfilato il kimono che è diventato improvvisamente bianco, e lei si è messa a ballare come se perdesse costantemente l'equilibrio, e sembrando alta la metà. Un'altra attrice che mi ha colpito molto è stata proprio Hokusho Kairi, soprattutto per l'espressività del volto. Tutte sono state molto brave in realtà, per quanto riguarda l'interpretazione. Credo sia davvero difficile mantenere costantemente quel mezzo sorriso mentre si balla.
Lo ammetto, è stata brava anche Chigi, mi è piaciuta tanto (visto che non doveva cantare), come mi è piaciuta Eritan. Masao e Chapi hanno ballato insieme, ed erano veramente tenere, e poi ci sono stati degli ensemble molto suggestivi con tanto di caduta di petali di ciliegio. E poi c'era Ebira Kaoru vestita da donna. Non ho fatto appositamente commenti su Todoroki Yuu vestita da donna, la lascio alla vostra immaginazione. Però è brava quindi non voglio dir nulla di male.
Il finale è stato molto molto carino, hanno ballato tutte insieme indossando lo hakama verde, sempre canzoni tradizionali ma un po' più movimentate, più in stile bon odori, per poi concludere con l'immancabile "Takarazuka Forever". Le otokoyaku hanno anche fatto un po' le sceme interpretando un tango con i ventagli, e Chapi e Manaka Ayu hanno fatto un pezzo troppo carino dove sembrava interpretassero dei giocattoli con la carica a molla. Insomma, hanno concluso più in allegria, in effetti lo spettacolo a mio parere è stato bellissimo ma poteva risultare un po' pesante.

Visto che erano le otto e mezzo passate non sono rimasta ad attendere la demachi (solo una breve occhiata...), e ho preso il treno per Kyoto, dove ho incontrato le mie amiche che mi hanno gentilmente ospitato per il weekend. In realtà prima di dormire ci siamo attardate ad una festa, giustamente. E festa è stata anche la parola d'ordine della giornata di sabato, ma di questo scriverò domani. Questo era un post serio.

1 commento:

  1. Che piacere leggere questo post!
    Le otokoyaku hanno fatto un ballo con i ventagli... *_*
    Anch'io voglio mangiare ai ristoranti takarazukosi ma costano e poi sono un po' squallidini, ne?
    Sì, cmq le studentesse sono serissime e quando le vidi in giro per Takarazuka mi sembravano tipo delle suore :D

    RispondiElimina