2014-01-29

100 anni, 700 anni di teatro

Con tutto quello che ho da fare mi sono dimenticata dell'aggiornamento del fine settimana!
Gli esami finali stanno giungendo al termine ma fra un test e l'altro venerdì sono riuscita a tornare a vere "Shall we Dance?", stavolta con una coppia di amiche, una giapponese e una cinese, per cui è stato il primo spettacolo di Takarazuka.

 

Sono contenta perché si sono divertite molto entrambe. Per una, quella giapponese, è stato proprio il primo contatto, e non è stato uno shock come avevo temuto, Anzi, potrebbe essersi seriamente appassionata. 
Le cose che ho notato rispetto all'altra volta non sono molte, a parte che è vero che Manaka Ayu canta tutte le volte una cosa diversa alla fine della prima scena, e poi ho notato una povera musume che durante la revue è inciampata nel lungo camice bianco. Poverina, è caduta entrando in scena, ma si è rialzata subito e ha cominciato a ballare come se niente fosse. Che brava.

Sabato invece, con tutta la classe di cultura giapponese, sono andata a vedere uno spettacolo di , nello specifico, uno del maestro Yamai, che è venuto in classe a farci lezione qualche tempo fa. Il teatro dove siamo andate si trova a Kagurazaka, ed è molto carino, oltre che minuscolo. Visto che i posti non erano numerati, mi sono seduta in seconda fila, ad un passo dagli attori. Anche questo è stato molto interessante, perché mi ha permesso di studiare la scena da vicino e capire un po' meglio.


Il è veramente un tipo di teatro arcaico, non c'è che dire. La prima cosa di cui mi sono resa conto è che gli attori non recitano per il pubblico. Ho proprio avuto l'impressione che recitassero per lo spettacolo in sé, non per intrattenere. 
Il palco del è davvero particolare: è sempre lo stesso, senza variazioni nè di struttura nè di ornamenti. È fatto di legno, con sempre lo stesso fondale su cui è dipinto un pino, che è adatto a rappresentare sia una scena all'aperto, sia a simboleggiare un pannello dipinto di una casa aristocratica. Al lato del palco principale, delimitato da quattro pilastri di legno, si trova una passerella dalla quale entrano in scena gli attori. 
Il maestro Yamai ci aveva spiegato che gli attori di non provano mai tutti insieme, ma uno per uno, e una volta che si trovano in scena si armonizzano come in una sessione di jazz. Trovo che anche questa sia una caratteristica interessante, e esserne a conoscenza mi ha fatto apprezzare ancora di più il risultato finale della messa in scena, spingendomi a chiedermi quanto di quello che stavo vedendo fosse concordato e quanto fosse improvvisazione. Oltretutto, gli attori sono accompagnati da una piccola orchestra e da un coro, quindi accordarsi deve essere ancora più difficile.
Ovviamente, non ho capito niente della trama. Sapevo bene che nel c'è un personaggio comprimario che assiste alle vicende dell'attore principale (solitamente un'entità a metà fra il divino e l'umano), che racconta la sua storia. Quindi, ho individuato i ruoli, ho capito che i due vecchietti che comparivano all'inizio erano in realtà le divinità creatori del mondo Izanagi e Izanami, e che alla fine Izanagi si manifestava in tutta la sua divinità ballando, ma ho perso completamente il filo del discorso. In realtà neanche i giapponesi comprendono ciò che viene detto in scena. I dialoghi sono cantati, e molto spesso le vicende vengono raccontate dal coro. Ricorda molto l'antico teatro greco. I movimenti degli attori sono stilizzati al massimo, e gli oggetti di scena sono quasi assenti, solitamente sostituiti nella loro totalità dal ventaglio, che può essere spada, come bastone, come ventaglio (ovviamente).
Ricorda il teatro greco anche l'uso delle maschere, che di solito vengono indossate dall'attore principale. L'effetto della mascera, unito a quello dei costumi, ricchissimi, è proprio bello. Trovandomi proprio sotto il palco inoltre ho osservato bene i movimenti e le espressioni, e non ho corso nemmeno il rischio di farmi venire sonno. Il ballo finale è stato emozionante, sono saltata sulla sedia tutte le volte che il maestro batteva il piede per terra. 
Dopo il ho assistito anche al kyōgen, la farsa comica che si alterna agli spettacoli "seri" (proprio come nel teatro greco). Fortunatamente, i dialoghi recitati erano un po' più facili da comprendere, ma neanche tanto. Ho lasciato perdere la comprensione e mi sono goduta lo spettacolo. 
Mi è piaciuto molto in fin dei conti, molto più di quando l'avevo visto 4 anni fa, anche perché stavolta avevo qualche elemento in più di comprensione globale. Ho anche fatto degli incontri simpatici. Ero seduta in mezzo ad un gruppo di signore in kimono che mi hanno tenuto a parlare per tutto il tempo prima che cominciasse lo spettacolo, dandomi anche il loro biglietto da visita nel caso avessi bisogno (mi piace questa cosa dei biglietti da visita, adesso in caso di bisogno ho un sacco di persone a cui rivolgermi). Ho fatto loro anche molta invidia perché mi sono messa a chiacchierare con il volontario giapponese che ci ha fatto da accompagnatore, che mi ha detto che il maestro Yamai sarebbe comparso nel primo spettacolo della giornata. Appena hanno sentito il nome del maestro, tutte le signore si sono animate e mi hanno chiesto se fossi una sua conoscente, rimanendo molto colpite nello scoprire che è venuto in classe a farci lezione. Che belle le appassionate di cultura tradizionale, sono quasi peggiori delle fan di Takarazuka in quanto a tifo.
Ah, un'ultima cosa: a differenza di quanto ho visto fare nel kabuki, non si poteva mangiare in sala, però il teatro era fornito di una stanza con i tavolini dove ti potevi sedere con il tuo cibo. Su ogni tavolo c'erano delle tazze e una caraffa di té caldo, da bere a piacimento. Mi piace la commistione di cibo e teatro che hanno in questo paese.

2 commenti:

  1. Il Noo mi sembra più inquietante del Takarazuka :)

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  2. Non seguo il Takarazuka, ma cavolo quanto mi piacerebbe assistere a una rappresentazione di Noo! Vi fanno fare un sacco di cose interessanti..non credo che lo stesso capiti agli studenti stranieri in Italia.
    Commento generale: è bello leggere il tuo blog!

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