Ieri mattina mi sono alzata con calma (yukkuri) e mi sono incontrata con le altre due ragazze per pranzo. Finalmente, dopo tanto tempo, sono tornata al mio amato Sukiya, la catena di ristoranti di donburi economicissime. Che ricordi, metà dei miei sei mesi a Kyoto devo averli passati dentro un Sukiya.
Ho preso la mia solita ciotola di riso con cipollina, alghe, pollo, maionese chimica e uovo crudo (devi aprire l'uovo, separare la chiara e poi mettere il tuorlo sopra la carne).
Qua a Tokyo però devi ordinare alla macchina automatica: peccato, mi piaceva suonare il campanello per chiamare i camerieri.
Dopo mangiato siamo andate all'orientamento accademico che consisteva in una stanza con i libri di testo da sfogliare. Sono indecisa, non riesco a capire quale sia il giusto livello di giapponese a cui posso iscrivermi; i libri di testo mi sembrano facili, ma visto che devo frequentare altre sette lezioni oltre al giapponese di base non vorrei esagerare e rischiare di passare tutta la settimana a studiare senza risultati, o peggio, bocciare qualche lezione e essere rimpatriata.
Il pomeriggio l'abbiamo passato sempre a ponderare sull'orario, anche se fra una pensata e l'altra abbiamo incontrato un'amica giapponese e siamo andate a ritirare l'inkan. Averlo mi rende molto felice! Mi emoziona sapere che ci posso firmare i documenti.
La giornata purtroppo si è conclusa con il party di benvenuto per gli studenti stranieri. Non sono a priori contraria alle feste però trovo imbarazzanti queste riunioni forzate: alla fine la maggior parte degli studenti rintraccia gli altri compatrioti e basta, come è capitato a noi con gli altri italiani. Oltretutto socializzare con gli altri stranieri mi è sembrato addirittura più difficile che socializzare con i giapponesi.
Non sono capace di fare amicizia in questo modo. Quando comincerò a frequentare sarà un'altra cosa, fino a che devo confrontarmi con una decina di persone alla volta posso farcela. In una sala con altre duecento persone invece...mi ricordo che alla Gaidai almeno ci avevano portato al ristorante e quindi eravamo seduti a tavola, cominciare una discussione non era stato tanto problematico.
I cibo era buono però, e i ragazzi del club hanno ballato una danza tradizionale e un pezzo delle AKB48. Ovviamente c'era solo una ragazza: gli altri erano ragazzi, e tutti in gonna. Ho già detto che adoro i giapponesi?
Sulla strada del ritorno ho comprato una pianta di basilico per cucinare, chissà che qui in Giappone non riesca a tenere viva la mia prima piantina.
Anche stamani l'ho presa con calma anche perché oggi era l'ultimo giorno utile per iscriversi ai corsi universitari, quindi in tutta la mattinata ho deciso la prima bozza di orario e mi sono registrata su internet. All'ora di pranzo non c'era nessuno in casa, quindi ho fatto il mio primo tentativo di cucina completamente sola, cioè ho presso un avocado dal frigo e l'ho condito, poi ho riscaldato in microonde quattro pezzetti di tori karaage.
Nel pomeriggio come ormai mio solito ho preso la bicicletta e sono andata a fare un giro nei dintorni. Sono arrivata a Kichijoji e sono andata allo Yodobashi, il negozio di elettronica, perché sto cercando di far funzionare a dovere i miei aggeggi italiani sulla corrente a 100 V (ovviamente non sto avendo successo).
Nel complesso è stata una giornata tranquilla, ne avevo bisogno, anche se mi dispiace quando sto a casa perché mi sembra di perdere tempo. Non ne ho così tanto...
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