2014-02-04

Regali, illuminazioni e demoni

"Fuori i demoni, dentro la fortuna!"
Comincerò questo post dall'angolo culturale. Visto che oggi è il primo giorno di primavera, ieri era setsubun, il giorno di divisione delle stagioni, in cui si compie la cerimonia del lancio dei fagioli, una pratica che come molte altre serve a purificare il male e scacciare la sfortuna. La mamma giapponese ieri ha lanciato fagioli fuori da ogni finestra dicendo "Oni wa soto, fuku wa uchi!", cioè, "Fuori i demoni, dentro la fortuna!". Io trovo molto belle queste tradizioni, anche se so che al nostro occhio occidentale a volte possono sembrare solo superstizioni prive di significato.


Tornando agli impegni mondani, il mio compleanno è stato bellissimo. Mi sono divertita tantissimo a cena e ho ricevuto dei regali meravigliosi, è stato incredibile. Sono grata a tutti per la serata...
Sabato sono andata un po' in giro, ma non in senso culturale. Ammetterò che come i giapponesi sono affascinata dalle lucette e da tutto ciò che brilla, quindi sono andata a vedere le illuminazione notturna nel parco Seibuen, sperdutissimo, nella remoto provincia di Saitama, in un luogo lontano da tutto e da tutti, vicino solo alla stazione (conoscendo bene queste dinamiche, immagino che il parco sia stato costruito apposta per sfruttare la linea ferroviaria...). Il resto erano campi, e case. Vicino però c'era un lago artificiale con una diga pedonale.


Alle cinque e mezzo, quando già era buio, mi sono avvicinata alla collina prestabilita. Prima hanno spento tutti i lampioni, poi a tempo di musica hanno acceso tutto intorno a me, che mi trovavo in basso, e non solo davanti, ma da tutti i lati: non ho potuto fare a meno di esclamare.



Sì, le luci erano un po' rosa e quella specie di corona nel mezzo non è che mi dicesse molto, però mi sono emozionata. Non so come mai, ma la musica prestabilita era "My heart will go on". Beh, sì è famosa e commovente, però la cosa strana è che non era la versione originale, bensì una versione cantata da un coro di uomini. In italiano.
Appena ho sentito cantare in italiano ho cominciato a piangere. Sono davvero troppo sensibile alla mia lingua madre, da quando abito qui. Non credo di aver capito neanche la metà delle parole, ma è stato commovente lo stesso.

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