2014-02-11

Hokkaido 1 - Jozankei

A Tokyo nei giorni scorsi è venuta la nevicata del secolo, ma io non c'ero. Io la neve sono andata a vedermela in Hokkaido, la più settentrionale delle isole giapponesi. Nello specifico, sono andata a Sapporo, il capoluogo, dove si è tenuto il famoso yukimatsuri, il festival della neve.
È stata una bella vacanza, purtroppo un po' difficile da godersi a causa del freddo intenso a cui non eravamo preparati e che ci ha ovviamente rallentato molto, e poi perché io sono stata malata dal primo giorno all'ultimo, fortunatamente non in modo grave ma abbastanza noioso.


Sapporo è una città veramente bella e moderna. L'isola di Hokkaido ha una storia antica completamente differente da quella del resto del paese, di cui è entrato a far parte solo nel 1800. Le tribù di probabile orgine europea che lo abitavano vennero completamente emarginate (distrutte) per fare spazio alla crescita del nuovo Giappone, e quindi allo sviluppo all'occidentale: Sapporo è stata quindi costruita da zero nel 1800, e questo la rende una città dalla struttura molto semplice e lineare. Gli edifici "antichi" quindi hanno a malapena 200 anni, e sono in stile europeo. Sembra quasi di trovarsi negli Stati Uniti.
Di Sapporo comunque parlerò meglio in uno dei prossimi post: attenendomi alla narrazione cronologica, comincerò parlando dell'albergo in cui abbiamo pernottato.


La mattinata del primo giorno è partita molto presto: fra arrivare all'aereoporto, aspettare, arrivare a Chitose, e raggiungere il centro di Sapporo c'è voluto molto tempo. Per l'albergo, parecchio fuori città, mancava ancora un'ora e mezzo di autobus, quindi abbiamo deciso di andarci subito, per riprenderci un po' dal viaggio.
L'albergo che avevamo prenotato si trovava in un posto chiamato "Jozankei Onsen", una località termale che abbiamo scoperto essere abbastanza famosa e frequentata. Nella sfortuna di non aver trovato alberghi vicini alla città, abbiamo avuto la grande fortuna di stare in un posto non proprio tradizionale ma che univa alla struttura moderna elementi molto giapponesi, soprattutto nella cura dei clienti.


La stanza aveva una parte con i letti e una parte di tatami dove potevano essere preparati i futon alla giapponese. Ogni giorno ci venivano offerti dolcetti di tipo diverso accompagnati da té verde.
Nell'armadio avevamo a disposizione uno yukata (un tipo leggero di kimono in cotone) a testa per andare nelle terme dell'albergo a fare il bagno.


Tutti rigorosamente nudi e divisi per sesso, come prevedono le terme alla giapponese, ci siamo concessi più di un'ora di relax. Prima di entrare nelle vasche il protocollo prevede che ci si debba lavare per bene alle apposite docce alla parete. Ma anche l'operazione di pulizia è diversa dalla nostra: ci si siede con calma, ci si versa l'acqua sulla testa, ci si insapona più e più volte. L'albergo forniva tantissimi tipi di prodotti da utilizzare dai capelli ai piedi, fra cui quelli all'olio di cavallo, che si dica facciano benissimo alla pelle.
Dopo essersi lavati, si entra nelle vasca caldissima fino a che non si è bolliti a dovere. Nel nostro albergo c'era una vasca calda, una caldissima, l'idromassaggio, la sauna e una vasca all'aperto, con la neve a due passi. È una bella sensazione quella di stare nell'acqua bollente mentre la temperatura all'esterno è gelida. Non so quanto mi abbia aiutato a riprendermi dalla febbre, ma non importa.
Ne parlavo con un'altra ragazza, sembra strano che un popolo come quello giapponese abbia sviluppato un attaccamento così forte al bagno condiviso. Per noi almeno quello di "lavarsi" è una cosa molto personale, privata. Per loro invece è importante anche in famiglia: tutti entrano nel bagno di sera, condividendo la stessa acqua della vasca (ovviamente lavandosi con la doccia prima, per non sporcarla). È interessante come il fatto che il paese sia pieno di sorgenti termali abbia inciso sulle abitudini anche quotidiane dei giapponesi moderni.

 

La sera a cena ci è stato offerto un ricco buffet sia di piatti tradizionali che di sapori che venivano un po' più incontro al gusto straniero: dopotutto, ci siamo resi conto, erano tantissimi i turisti, soprattutto cinesi. L'impressione che si aveva dell'albergo era quello di una nave da crociera: potevi benissimo non uscirne mai e avere a disposizione ristoranti, bar, sale giochi, terme. Un posto un po' da famiglie, coppie e vecchietti, insomma. Però, almeno per quanto mi riguarda, mi ha aiutato a fare per una volta una vacanza un po' più rilassata, tanto più che il freddo sfianca.

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